“La pubblicità delle sigarette elettroniche incita a fumare”. E Parigi brucia

La denuncia del professor Dautzenberg: “Facendo credere che non fa male, si incoraggia i neofiti ad iniziare”. Nel 2013 ci è già cascato il 64% degli adolescenti tra i 12 e i 14 anni

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Oltre che sui matrimoni tra persone dello stesso sesso, la Francia si spacca anche sulla sigaretta elettronica. Con la pubblicità di questo prodotto, si rischia di aumentare anziché ridurre il numero di fumatori, in quanto quelli che già lo sono e i neofiti sarebbero tranquillizzati dal fatto che, stando a quanto si propaganda, non fa male quanto una classica bionda.

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Lo denuncia un gruppo di esperti guidati dal professor Bertrand Dautzenberg, pneumologo e presidente dell’Ufficio francese di prevenzione del tabacco in un rapporto che ha consegnato oggi alla ministra della Sanià; Marisol Touraine.

Tra le misure indicate nello studio, quindi, oltre a quella di vietarla nei luoghi pubblici, anche il divieto di vendere la sigaretta elettronica ai minori e di farne pubblicita’. La distribuzione, inoltre, dovrebbe essere consentita solo nei punti vendita autorizzati con l’imposizione di una riduzione della concentrazione di nicotina nelle capsule.

Ma è l’aspetto della pubblicità quello che sembra più preoccupare il professor Dautzenberg: ”La sigaretta elettronica non deve diventare un prodotto che incita a cominciare a fumare – spiega -. Bisogna evitare ogni tipo di promozione e facilita’ di accesso della sigaretta elettronica ai minori e a chi non fuma”.

Secondo un rapporto dell’associazione Paris sans tabac, il 64% dei giovani tra i 12 e i 14 anni che hanno provato la sigaretta elettronica nel 2013 sono non fumatori. E in Francia, secondo le ultime stime dell’Eurobarometre del 2012, sono 500.000 i ‘fumatori’ della sigaretta elettronica.