Saviano & friends nello spot anti-coca

L’autore di ZeroZeroZero è uno dei testimonial di ‘Non perdere la testa, TiraDritto!’, la campagna che accompagna la sfida lanciata da un giornalista di Repubblica: occupare le piazze di spaccio italiane. E farle recuperare allo Stato e alla società civile

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Sarà l’effetto ZeroZeroZero, l’ultimo libro di Roberto Saviano. Ma la lotta contro l’uso e lo spaccio della cocaina ritorna prepotentemente d’attualità. Tanto è vero che il sito repubblica.it ha messo in evidenza la notizia dell’avvio della campagna “Non perdere la testa, TiraDritto!”

Il video mostra l’immagine della testa mozzata di un narcotrafficante messicano che spunta tra le facce ritratte in bianco e nero di decine di testimonial, volti del cinema, della cultura, dello sport. Da Roberto Bolle a Roberto Saviano, da Carlo Verdone a Alessandro Siani, da Gigi D’Alessio a Massimiliano Allegri, fino a Kasia Smutniak.

L’iniziativa accompagna la sfida itinerante di occupazione dei fortini dello spaccio di droga ideata e promossa dall’inviato di Repubblica Paolo Berizzi in collaborazione con il dipartimento Politiche antidroga della presidenza del Consiglio.

“Anche in Italia, come in Messico, si spara e si muore ogni giorno a causa della cocaina – è la denuncia del giornalista -. L’immagine del narcotrafficante decapitato vuole essere una provocazione per scuotere l’opinione pubblica e le istituzioni. La coca è diventata una piaga sociale devastante. E ‘TiraDritto – STOP cocaina’ si propone come motore di un’azione civile: vogliamo dare un contributo per liberare le città dagli spacciatori ai quali diciamo: andatevene. Siete voi che dovete lasciare le piazze, non i cittadini”.

L’iniziativa può avvalersi del patrocinio di Unicef, Croce Rossa, Federcalcio, Comunità di San Patrignano e Crest e ha già riguardato piazze storiche di spaccio quali Roma-Tor Bella Monaca e Scampia, a Napoli, proprio quella della ‘Gomorra’ di Saviano.

La speranza è che la sensibilizzazione su questo tema non duri il tempo di uno spot e si tramuti in azioni assai più incisive di una occupazione temporanea. Se lo Stato e la società civile vogliono davvero riconquistare i quartieri abbandonati alle grinfie dei clan, non possono che procedere con questa intenzione.