Sorpresa, gli italiani resistono ai cibi-spazzatura. Nonostante la pubblicità

Secondo un’indagine condotta dai dietisti, preferiamo frutta, pesce e verdura. “Siamo meglio del previsto”. Almeno a tavola

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Ecco: una volta tanto, saremo fieri di essere italiani. ‘A tavola non si invecchia mai’, diceva Totò, fregandosi le mani con un bel piatto di spaghetti fumanti davanti agli occhi. E noi, nonostante le mode americane che ci ammiccano con spot e pubblicità, tutt’oggi, non ‘siamo Pasquale’. E quando ci sediamo a  tavola, riscopriamo ed esaltiamo tutti i gusti del nostro patrimonio.

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A rimarcarlo non è un’associazione neo-nazionalista, bensì quella dei dietisti. L’Andid (Associazione Nazionale Dietisti Italiani) ha commissionato un’indagine che disegna una popolazione tutto sommato virtuosa, a cui piace frutta, verdura e pesce e che si concede solo raramente qualche strappo alla regola con una merendina.

Inoltre, il rapporto con il cibo degli italiani delineato dal sondaggio effettuato con oltre tremila questionari durante le Giornate della Buona Alimentazione negli anni 2011 e 2012, appare ‘rilassato’, con l’85% che dichiara di non seguire una dieta specifica, ma sembra comunque fare attenzione a cio’ che mangia.

La prima colazione viene consumata regolarmente dall’82% del campione, con un’ottima frequenza di consumo di latte e yogurt (55% al nord, 59& al sud), cosi’ come di verdura (meglio il nord, 68,3% del Sud, 51%) e di frutta (un omogeneo 70%).

Bene anche il consumo di carne bianca (il 50,6 % una volta alla settimana, il 41 piu’ di tre volte), mentre è meno positivo il dato sulla carne rossa, sempre molto gradita ma non sempre adatta alla dieta (60% una volta alla settimana, 25% piu’ di tre volte, mai il 15%). Altissimo, però, il consumo di pesce fresco (80%, dato omogeneo in tutta Italia).

”Queste informazioni – spiega il presidente nazionale dei dietisti Andid, Giovanna Cecchetto – saranno fondamentali per comprendere ed ipotizzare scenari futuri e indicazioni utili per ricercare e valorizzare azioni e alleanze virtuose, anche e soprattutto in questo clima di incertezza sociale ed economica”.

L’altra faccia del ‘pianeta cibo’, quella rappresentata dal cosiddetto ‘junk food’, cosi’ presente negli spot e sugli scaffali dei supermercati, sembra invece perdente sulle tavole.

Il 40% degli intervistati dichiara di non consumarne mai, solo il 10,7% di consumarne tutti i giorni. Ma è un dato, quest’ultimo, solo in parte meno positivo se diviso per eta’, con i giovani tra i 18 e i 30 anni il cui consumo quotidiano viaggia tra il 30 e il 16%.

”Certo: nelle fasce d’eta’ under 18, maggiormente soggette a influenze esterne come televisione e web, il consumo e’ ancora molto elevato, qualche volta il 60% e tutti i giorni il 30% – sottolinea Anna Laura Fantuzzi, segretario nazionale Andid -, ma nelle fasce 18-40 si dimezza la voce ‘tutti i giorni’ fino al 16 e 12%. E anche l’utilizzo in cucina di burro, margarina ed olio di semi e’ mediamente sotto il 3%, a favore dell’olio extravergine di oliva. Insomma: rispetto a dati davvero inquietanti di alcuni anni fa, si nota un deciso aumento della sensibilita’ dei cittadini alla qualita’ di vita e all’avvicinamento a un migliore stile personale di alimentazione”. Champagne! Anzi, pardon: spumante!