L’attaccante, secondo quanto scrive oggi Repubblica, ha ritirato la disponibilità a diventare testimonial della campagna per la cittadinanza che vuole il ministro Kyenge
Mario Balotelli ritira la disponibilità a fare da testimonial alla campagna sulla cittadinanza basata sullo ius soli che intende iniziare il ministro all’integrazione Cecile Kyenge.
E’ l’anticipazione che oggi affre Repubblica ai suoi lettori con un servizio firmato da Francesco Saverio Intorci e Stefano Scacchi. I due cronisti raccontano che la decisione dell’attaccante è maturata dopo gli ennesimi insulti che ha ricevuto domenica scorsa per il colore della sua pelle. I buu dei tifosi romanisti (che hanno portato a una multa di 50.000 euro per la società di Trigoria, provvedimento che non servirà certo a risolvere il problema) hanno parecchio deluso Balotelli che, evidentemente, è scoraggiato dal fatto di non assistere ad alcun passo in avanti sul fronte della battaglia al razzismo negli stadi.
“Pur condividendo l’iniziativa del ministro – si legge su Repubblica – Balotelli preferisce restare fori dalla politica. E’ deluso, Mario, convinto di non essere tutelato nè dai buu nè dal gioco duro degli avversari. E’ un bersaglio mobile, principale destinatario dei cori razzisti sanzionati quest’anno con multe che non hanno alcun effetto dissuasivo”. Così come l’invito alla curva incivile a zittirsi. Così come la stessa sospensione della partita.
Sta di fatto che il capitano del Milan, Massimo Ambrosini, ha assicurato che la battaglia di civiltà intrapresa dal Diavolo con il gesto forte di abbandonare il campo nel corso dell’amichevole a Busto Arsizio sporcata dagli insulti razzisti, continuerà. “Cacciamo gli incivili uno a uno, il resto dei tifosi non ne può più”, ha dichiarato il centrocampista in attesa della sentenza del 5 giugno per i fatti accaduti contro la Pro Patria.