Dieci brevi filmati della durata di un minuto per smascherare le bugie del web e non solo. Dopo il successo delle precedenti edizioni, dal 25 settembre sui canali generalisti e tematici della Rai e su RaiPlay torna “Pillole contro la disinformazione”.
I rischi dell’Intelligenza Artificiale e l’importanza della prevenzione nella lotta alle fake news sono i temi della terza stagione della serie. Prodotti dalla Direzione Contenuti Digitali e Transmediali in collaborazione con l’Ufficio Studi e la Direzione Comunicazione, i videofanno parte di una campagna di comunicazione che ha già raggiunto, nei mesi scorsi, milioni di contatti.
In primo piano, tra i nuovi titoli, quelli che lanciano l’allarme per la possibile diffusione di falsi attraverso l’Intelligenza Artificiale generativa con applicazioni in grado di creare immagini incredibilmente realistiche ma false (Perfetti conosciuti) edi scrivere testi “come” e “meglio” degli umani ma non per questo sempre attendibili (Sparaballe).
Spazio, poi, ai più subdoli casi di contraffazione e manipolazione dei contenuti digitali, come la clonazione dei siti di alcune autorevoli testate europee scoperta nei mesi scorsi (L’attacco dei cloni), o l’uso delle icone per la comunicazione in codice tra gruppi di razzisti e complottisti sui social (Emoji).
La serie riserva attenzione anche ai meccanismi inconsci che ingannano molti utenti della Rete, come il pregiudizio di conferma (Non è vero ma ci credo) o l’illusione di riconoscere forme note e connessioni segrete in un’immagine (Vederci chiaro).
Non mancano, poi, i racconti dedicati ad un filone globale della disinformazione, quello sulle energie rinnovabili (Chiacchiere al vento), e a un modello da imitare, la Finlandia, con la sua precoce strategia di alfabetizzazione digitale nelle scuole (Cominciare da piccoli).
Tra i consigli utili, infine, un filmato che spiega come risalire ai metadati di un file pubblicato online (Viaggi nel tempo) e quello che si apre con un omaggio a Piero Angela, maestro nello smascheramento delle affermazioni pseudoscientifiche, e prosegue suggerendo di passare ad un approccio preventivo per proteggersi meglio dalla disinformazione (Pre-bunking).
L’iniziativa rientra nel percorso di inclusione digitale avviato da tempo dal servizio pubblico e si inserisce nella attività di media literacy in cui la Rai si è impegnata aderendo all’Italian Digital Media Observatory (IDMO), un consorzio cofinanziato dalla Commissione Europea, coordinato dall’Università Luiss Guido Carli, e che vede la partecipazione di Tim, Gruppo Gedi, Università di Tor Vergata, T6 Ecosystems, NewsGuard, Pagella Politica.