di Maurizio Badiani
Eravamo un paese di CT. Siamo diventati un paese di Pubblicitari. “Al mio segnale scatenate l’inferno” ordinava ai suoi Massimo Decimo Meridio prima della battaglia.
È bastato che venisse presentata la bozza della nuova campagna internazionale di promozione del nostro Paese perché l’inferno si scatenasse davvero.
A dar fuoco alle polveri ha contribuito ulteriormente la “scoperta” di un producer/regista Triestino, Massimiliano Milic, che ha svelato al mondo che uno dei pezzi del filmato 1) è stato girato in Slovenia 2) il contratto di un anno con la banca immagine da cui il brano è stato tratto costa solo 600 euro l’anno mentre la campagna costerà 9 milioni!
Dal che un lettore ignaro o distratto è portato a dedurre che il governo ha buttato dalla finestra un surplus di ben 8 milioni e 999.400 euro!
Ma benedetto figliolo, non ti passa per la testa che in una campagna che è destinata ad essere internazionale (andrà – leggo – in 33 paesi), che sarà veicolata su un’infinità di mezzi, il grosso del costo è dato necessariamente dall’acquisto dei media? E se, come dici, sei del settore, non ti viene il dubbio che quello che hai visto non sia il progetto finito ma un’imbastitura realizzata solo per presentare al cliente quella che “poi” sarà la campagna?
Nei tanto glorificati anni ‘80 e ‘90 le campagne pubbliche andavano spesso a finire a questa o quella agenzia Fraccazzetti attraverso una serie di “inciuci” (leggi mazzette) che legava il committente al proprietario dell’agenzia.
Questa volta gli organi governativi incaricati di promuovere la campagna si sono rivolti alla più grande e accreditata agenzia italiana: il Gruppo Armando Testa.
La quale – vista la bagarre che la presentazione della campagna ha suscitato – ha acquistato una pagina sul Corriere per ringraziare tutti coloro che avevano preso posizione – anche con critiche feroci – sulla campagna stessa.
Bene. C’è stato chi ha criticato l’agenzia persino per la scelta del media utilizzato: anziché ricorrere alla pagina del maggior quotidiano nazionale la Testa avrebbe dovuto utilizzare un …”meme”, che fa più figo ed è più moderno.
Insomma “come te movi, te fulmino”. L’agenzia – nel rivolgere il suo grazie a chi aveva scatenato tanto rumore prima ancora che la campagna vedesse la luce – ha “spiegato” molte delle cose che il sottoscritto – basandosi unicamente sulla propria esperienza (ho fatto varie campagne internazionali tra cui due “mondiali”, una delle quali proprio per Enit) – aveva già anticipato agli amici di Spot and Web.
Tornando ai meriti e ai demeriti della campagna di cui si parla:
1) La campagna non è eccezionale ma è corretta
2) Ha un indubbio impatto che è il primo requisito che si richiede a qualunque operazione pubblicitaria
3) Il suo stile è molto “Testiano”, fondato su un elemento semplice, di facile comprensione, distintivo e di forte memorabilità.
Si poteva fare di meglio? Probabilmente sì.
A non fare niente non si sbaglia mai. A fare, invece, il rischio di un passo falso è sempre possibile.
Persino uno dei più grandi geni di tutti i tempi, Leonardo da Vinci, fece due soli affreschi in vita sua e – tecnicamente – li “sbagliò” entrambi.
Per fortuna ai suoi tempi non c’erano i “social”. Non oso immaginarmi le critiche e i vaffa che lo avrebbero sommerso!