È di questi giorni la firma del nuovo accordo che vede Publimedia Italia nuova concessionaria esclusiva per la vendita di spazi pubblicitari per La Voce Repubblicana. Un grande riconoscimento per l’azienda di distribuzione pubblicitaria di Ravenna, attiva da oltre mezzo secolo nel Nord e Centro Italia, visto la rilevanza storica di questo organo di stampa, appartenente al Partito Repubblicano Italiano (P.R.I.).
La Voce Repubblicana nasce nel 1921 a Roma, in una impresa editoriale e politica destinata a percorrere e superare tutto il XX secolo, per arrivare sino ai giorni nostri. Negli anni è stata diretta da politici come Giovanni Conti, Fernando Schiavetti, Randolfo Pacciardi, Cino Macrelli, Michele Cifarelli, Ugo La Malfa, Giovanni Spadolini e da illustri giornalisti come Alberto Ronchey, Edgardo Bartoli, Adolfo Battaglia, Stefano Folli, per citarne solo alcuni, ospitando le maggiori personalità della politica e della società civile.
Da sempre mira a distinguersi, come si legge in una sua nota, “come una voce libera e autorevole: dalla lotta contro il fascismo degli albori, alla battaglia per la Repubblica, alla costruzione e alla crescita dell’Italia”.
Dal 2014 la testata è pubblicata online vocerepubblicana.it e tratta sempre di attualità, politica, cultura, economia “per continuare a proporre i suoi ideali nel panorama dell’Italia che decide ai massimi livelli” con un parterre di lettori che sono l’ossatura della classe dirigente del paese, nel mondo politico, economico, finanziario e culturale.
“Publimedia Italia ha attraversato 50 anni di pubblicità in Italia, passando dai giornali fotocomposti alle moderne produzioni multimediali, sempre attenta a interconnettere tutti i vari media. Il suo portafoglio di media agency si fonda da sempre su un accurato mix di multimedialità, spaziando dai media classici come stampa, radio, tv, a quelli più moderni dell’universo web, a quelli di ogni tempo come gli eventi fieristici, sportivi e culturali, a quelli più emozionanti e partecipati come il cinema. L’attenzione alla storia permette ora a Publimedia Italia di diventare anche “fundraiser politico”: in un mondo in cui invece questa attività ha oggi i colori del sottobosco lobbistico, noi portiamo alla luce del sole il finanziamento di progetti utili alla vita del Paese, e ne siamo orgogliosi.”