Silvia Marziali è una delle protagoniste di #nonèdamaschio, la campagna di Inspiring Girls Italia e Valore D che si pone l’obiettivo di abbattere gli stereotipi di genere sui cosiddetti lavori “da maschio” o “da femmina”, attraverso il racconto di alcune role model che svolgono professioni erroneamente associate alla figura maschile.
Le persone si stupiscono quando dice di fare l’arbitro di basket maschile, ma Silvia Marziali non si è mai lasciata intimidire dai commenti negativi o dagli ostacoli che ha incontrato in questi anni. Determinazione e coraggio l’hanno portata a diventare oggi l’unica donna arbitro nella Serie A di pallacanestro maschile, 33 anni dopo l’ultima, Antonella Frabetti. Nel frattempo, Silvia si è anche laureata in medicina ed è diventata tenente dell’Aeronautica militare e medico in prima linea per ogni emergenza.
“Non esiste genere per i lavori, l’importante è la qualità professionale che uno impiega in quello che fa. Lo stigma più grande per le donne credo sia il pensiero che non siamo all’altezza. Vorrei davvero che si iniziasse a pensare che non è il genere che fa la qualità professionale”, ha detto Silvia Marziali a #nonèdamaschio. “Alle ragazze che desiderano fare l’arbitro – ha aggiunto – dico di crederci anche quando le cose si fanno difficili e di rimanere fedeli a se stesse. Tre aspetti positivi dell’arbitraggio: ti diverti in campo, la seconda è una sfida personale che ti permette una crescita, e infine si conoscono molte persone, si vedono molti posti, si viaggia molto”.