di Maurizio Badiani
Una mostra d’arte è un “prodotto” come un altro. E per poter affrontare il mercato con successo qualsiasi prodotto deve avere una dote essenziale: essere in grado di sostenere una promessa originale, meglio ancora se esclusiva.
Mi offre lo spunto per una tale riflessione una Mostra apertasi da poco a Vienna e tempestivamente segnalatami dall’informatissimo amico Franco Bellino.
La mostra si intitola Idols & Rivals, artist in competition. L’idea su cui si fonda è questa: gli artisti – in ogni tempo – sono sempre stati in competizione tra loro ricorrendo a volte anche a metodi sleali pur di assicurarsi il “budget” (ovvero la commessa dell’opera) messo in palio. Il concetto che dà vita alla Mostra, già originale in sé, ha in più il vantaggio di rendere protagonista ed “attivo” il visitatore invitandolo ad esprimere la propria preferenza tra due o più opere a confronto legate tra loro o dall’identità del soggetto o da ragioni di genesi storica.
I curatori della mostra sono però andati oltre.Consapevoli dei vantaggi che offrono oggi le nuove tecnologie, hanno aperto un vero e proprio “contest” sulla rete: chiunque, andando sul sito potrà divertirsi a bocciare o promuovere alcuni dei più grandi artisti della storia.
Se lavorate in pubblicità, nel marketing o nell’organizzazione di eventi la visita al sito può essere, oltre che dilettevole, anche professionalmente vantaggiosa.
PS. Di episodi che parlano di rivalità tra artisti la storia dell’arte è piena. Ne citerò solo uno: perché è particolarmente “antico” e perché l’ho sempre trovato divertente. L’aneddoto è raccontato da Plinio.
Nell’Atene della seconda metà del V° secolo Parrasio e Zeusi si contendono primato e mercato. Per stabilire chi di loro sia il più bravo i due pittori decidono di sfidarsi apertamente.
Zeusi presenta la sua opera: una tavoletta con dipinta dell’uva. Così realistica che gli uccelli – non appena la vedono – vi si gettano sopra per beccarla.
Sentendosi già la vittoria in tasca Zeusi chiede comunque a Parrasio di mostrargli la propria opera e lo invita a togliere la tenda che la ricopre.
Parrasio risponde dispiaciuto di non poterlo fare.
Semplicemente perché la tenda é…dipinta. Il quadro di Zeusi aveva ingannato gli occhi degli uccelli. Quello di Parrasio aveva ingannato addirittura gli occhi di Zeusi.