di Maurizio Badiani
Ho assistito con piacere sulla rete ammiraglia della Rai alla cerimonia di consegna dei David di Donatello.
Meritorio il premio, meritoria la serata dedicata a un cinema che – specie in questi ultimi anni – a causa della nota pandemia, é andato in grande sofferenza.
E’ stato un gran gala dedicato alla settima musa che ha premiato, oltre agli attori – vecchie e nuove glorie – i migliori “tecnici” che con competenza e dedizione tengono viva la magia del grande schermo.
Fino a qualche anno fa anche la Pubblicità aveva un suo Gala televisivo.
Si chiamava proprio così: Gala della Pubblicità, un programma di 180 minuti che, dal 1996 al 2005, è andato in onda in prima serata sulle reti di Mediaset: Canale 5 e Italia 1.
A idearlo, volerlo e produrlo un uomo di grande tenacia e intelligenza: Riccardo Cioni.
La selezione degli spot che concorrevano per conquistarsi il Mezzo Minuto D’Oro (si chiamava così il Premio più ambito) veniva fatta con la collaborazione dell’Art Directors Club Italiano.
Il pubblico – almeno in alcune edizioni – votava da casa decretando il vincitore.
Ad alternarsi alla conduzione del programma furono negli anni personaggi di primissimo livello: Fiorello, Gerry Scotti, Paolo Bonolis, Marco Columbro Lorella Cuccarini, Alessia Marcuzzi, Naomi Campbell, Pamela Anderson, Eva Herzigovà…
Insomma un grande spettacolo che, finalmente, conferiva anche alla pubblicità quella visibilità, quella dignità e quell’importanza che il ruolo da essa svolto meritava.
Poi, nel 2005, le luci di quell’Evento si sono spente improvvisamente per non riaccendersi più.
E la pubblicità è tornata ad essere quello che era prima: figlia di un dio minore, parente povera del “cinema vero”.
Guardandomi indietro dalla vetta erta dei miei anni mi coglie il rammarico di aver dedicato un’intera vita a quell’arte difficile ma misconosciuta, spesso addirittura osteggiata, che si chiama (o si chiamava) Pubblicità.
Già di per sé effimera (uno spot passa e va), la sua “gloria”, almeno da noi, è stata fugace.
E’ durata giusto una manciata di anni.
Quelli scanditi da “Mezzi Minuti d’Oro”.