Suggerimenti di Lettura – Il valore dell’età

di Federico Unnia

In un mondo che esalta la gioventù, la sua esuberante vitalità, vi sono settori nei quali l’esperienza e la consolidata storia creatasi negli anni acquisiscono un valore unico.

Nel campo del controllo della corretta della comunicazione, intesa nel senso più ampio e nobile del termine, opera da 60 anni l’Istituto di autodisciplina pubblicitaria, sistema semplice nella sua architettura ma assai rilevante per ciò che è stato ed è ancora in grado di fare. Controllare, tempestivamente e con grande competenza giuridica, che le comunicazioni diffuse da imprese e soggetti privati siano conformi ad una batteria di poche semplice regole.

Tutto qui, si dirà. Ma non è cosa di poco conto, se si pensa  a come nel corso degli ultimi anni la tecnologia digitale abbia ridefinito i confino del comunicare.

A questo fondamentale sistema è dedicato un recente lavoro dal titolo Autodisciplina pubblicitaria. La soft law della pubblicità italiana, a cura di Chiara Alvisi e Vincenzo Guggino, edito da G. Giappichelli Editore.

Il testo propone una disamina del funzionamento autodisciplinare e delle principali norme che ne governano il controllo della comunicazione, mettendo sempre più in evidenza l’impatto che ha avuto l’affermazione della comunicazione digitale e social.

In un mondo sempre più connesso e nel quale piattaforme social e realtà virtuale caratterizzano il continuo dialogo tra impresa, marca, consumatori e pubblico, la struttura di controllo messa in piedi dallo Iap 60 anni or sono esercita, grazie all’aggiornamento cui si è costantemente sottoposta, un valido freno e controllo alle inevitabili fughe in avanti della creatività.

Un testo utile non solo ai cultori e professionisti del diritto, ma anche alla variegata popolazione che ruota nel mondo della comunicazione social, cui spesso fa difetto una anche pur minima infarinatura etica di cosa sia una comunicazione onesta, veritiera e corretta.