Enzo Baldoni. Il cuore al primo posto 

di Maurizio Badiani – Era caldo quella mattina del 24 Luglio del 2004 e io me ne stavo rannicchiato nel mio ufficio con gli occhi a mezz’asta davanti al computer cercando di trovare le parole più giuste per esaltare le qualità di una marca di patatine. 

Enzo Baldoni

Quando, del tutto inattesa, una mail a dir poco singolare mi distolse dai miei pensieri. Diceva, ricordo: “È tornato. È tornato il momento di partire. Da un po’ di tempo la solita vocina insistente tra la panza e la coratella mi ripeteva: ‘Baghdad! Baghdad! Baghdad!’. Ho dovuto cedere”.

Era Enzo Baldoni che con quella nota salutava gli amici più cari a cui comunicava la sua decisione irrevocabile di partire per Baghdad, allora territorio di guerra.

La mia confidenza con Enzo era grande e di lunga data. Avevamo lavorato spalla a spalla all’Admarco di Firenze tanti anni prima. Per quello, da amico sincero e da toscanaccio quale sono, non mi peritai di dirgli che mi sembrava che stesse per fare “una gran bischerata”.

Poi, rispettando la sua scelta, gli feci i miei più sinceri – anche se del tutto inutili – auguri. Si sa infatti come la vicenda andò a Finire.

Mi viene a mente quell’episodio perché, proprio stamani, ho letto sul giornale che le spoglie di Enzo saranno presto traslate a Milano.

Un viaggio che porterà Enzo ad essere più vicino alla moglie Giusy e ai figli. 

Enzo è morto felice, come ebbe a dichiarare lui stesso in una specie di epitaffio premonitore. Perché è morto facendo qualcosa in cui credeva con tutto se stesso: dare una mano alla gente che soffre, ai più umili, ai più sfortunati. 

Aveva un cuore enorme, Enzo, a cui dava la precedenza sulla sua, pur grande e innegabile, intelligenza. A riprova di quanto dico racconterò un episodio che, fino ad oggi, è sempre stato un piccolo segreto tra ma e lui. 1977, Firenze, agenzia Admarco.

Enzo (copy) ne era il direttore creativo. Io (copy in seconda) gli facevo da braccio destro. L’agenzia aveva preso nuovi clienti ed occorreva un copy junior in più. Enzo mi affidò il compito di fare i colloqui ai candidati e di proporgli, a selezione finita, la rosa dei  migliori. Feci il mio lavoro con il massimo dello scrupolo e della dedizione e alla fine presentai ad Enzo due soli curricula: uno di un ragazzo, l’altro di una ragazza. Enzo chiese la mia opinione ed io fui sincero: “La ragazza” gli dissi ” ha un talento straordinario e una vera vocazione per la parola scritta.Tra i due non c’è gara.” Nei giorni successivi Enzo incontrò di nuovo i due candidati. Dopodiché venne nel mio ufficio (che era giusto accanto al suo) e mi disse: “Ho deciso: prendo il ragazzo.” 

Io rimasi colpito da quella scelta e mi permisi di obiettare: “Ma… la ragazza è molto più brava. Te ne sarai accorto.” “Sì lo so” mi rispose Enzo ” ma lei è ricca mentre lui non lo è ed ha assolutamente bisogno di un lavoro.” 

Ecco, questo era Enzo Baldoni. 

Un grande copy dal cuore grande.

PS. Dopo così tanti anni da quell’episodio credo di poter svelare il nome della ragazza che era stata scartata: si chiamava, e si chiama, Antonella Boralevi divenuta – grazie anche a quel “no” di Enzo – la scrittrice di successo che tutti conosciamo. 

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