di Claudio Astorri www.astorri.it
Siamo all’inizio di una emergenza sanitaria su vasta scala nel nostro Paese o abbiamo a che fare solo con una influenza un po’ più severa? La scienza chiarisce giornalmente la realtà su Covid-19 e noi della Radio abbiamo un compito essenziale. Mostrare la nostra velocità di reazione…
Il momento in cui scrivo è quello del passaggio dalla prima alla seconda settimana delle misure eccezionali per l’emergenza sanitaria. Incubo tsunami sulle terapie intensive. In Lombardia da 2 giorni stanno diminuendo i nuovi ricoveri in ospedale da Corona Virus. Si teme sin dall’inizio che possano demolire il nostro sistema sanitario per la facile trasmissibilità di Covid-19.
E’ una buona notizia? Significa che le azioni intraprese condurranno a una veloce soluzione? Inutile soffermarsi anche qui sulle previsioni dei virologi, sulla cronaca della diffusione dei contagi e sull’evoluzione della epidemia, ben seguiti da Radio e media autorevoli. E che si aggiornano in tempo reale. E’ tuttavia ragionevole pensare che siamo molto probabilmente solo alla punta dell’iceberg.
Vale la pena invece occuparci di un requisito di base in questi momenti per le persone, per l’economia e per la Radio: la velocità di reazione. La quale permette nel grave disagio l’ottenimento di opportunità, anche solo nel senso di minori danni. Oppure perfino di vere e proprie nuove chance anche se ciò può ora apparire cinico.
La rapidità di risposta è dovuta e sospinta anche dalle previsioni economiche che descrivono scenari di perdita del 3% del PIL nel nostro Paese. Ciò a causa del nuovo Corona Virus e delle sue conseguenze, ordinanze incluse, sulle persone, sul lavoro e sulle aziende. E potremmo non essere l’unico Paese in Europa a subirne le conseguenze. Non è catastrofismo, è l’esercizio Pericoli/Opportunità.
La Radio, un grande servizio pubblico a libero accesso
Rispetto alla emergenza sanitaria ci sono alcune emittenti che hanno impiegato la velocità di reazione mettendola a disposizione del pubblico e della comunicazione sociale sull’epidemia da Covid-19. Ciò è avvenuto nelle aree più esposte al pericolo in questi primi 10 giorni. Esse hanno rotto i loro schemi di formato e hanno orientato le loro risorse interne ed esterne ad una sorta di linea diretta e il più possibile continua con tutti gli attori coinvolti.
Uso intenso di testimonianze al massimo della qualifica, raccordo con le autorità, le domande del pubblico, le risposte degli esperti, aggiornamento sui quadri di fatto e sulle disposizioni. La Radio come essere vivente e come funzione di servizio appare in questi giorni un mezzo che ha un ruolo monumentale anche nelle emergenze della società. Chiedete pure la stessa cosa a Spotify visto che i guru digitali sostengono che la sostituirà. E perdonate la polemica.
La forza unica della Radio locale
In questa fase tanto più è locale tanto migliore è l’apporto della Radio come mezzo dell’immediatezza e della informazione utile e di servizio per i cittadini. Tra le tante Radio locali impegnate e in prima linea sull’emergenza sanitaria permettetemi di segnalarne una sola come emblema per tutte: RADIO SOUND – PIACENZA 24.
L’emittente di Rita Nigrelli e dei figli Laila e Mirko Rossi è in primissima linea in quanto la sua copertura del segnale copre sì Piacenza e provincia ma anche la zona rossa tra Lodi e Cremona. Piacenza ha peraltro un numero elevatissimo di contagi da Covid-19. Tra la comunicazione in Radio, a cura dei propri GR locali e di tutti i conduttori in diretta sin dalle 6 del mattino, i corrispondenti e il portale PIACENZA 24 il lavoro di Rita e dello staff è semplicemente encomiabile. Qui la velocità di reazione si è sposata con il servizio pubblico. Make people know better.
Se non informi puntualmente puoi comunque essere d’aiuto
La perplessità di molti operatori dell’intrattenimento, ad esempio i conduttori alla Radio, nelle emergenze di tipo sociale è sul cosa fare e soprattutto sul come fare. La cosa peggiore è proprio quella di domandarselo continuamente se non e addirittura chiederne conforto in modo ansiogeno agli ascoltatori stessi. Ho dovuto ascoltare anche questo nella più che blasonata Radiofonia nazionale, dannazione.
C’è una questione di velocità di reazione anche qui e in dipendenza del coinvolgimento emotivo presso la propria specifica area d’ascolto. E’ sufficiente accendere l’intelligenza e decidere in compagnia del lume della ragione. La funzione dell’intrattenimento ha pure rilevanza sociale e se i media più informativi ansiano in eccesso è importante che vi sia compensazione. Questa non deve minimizzare e soprattutto non deve esternare fake news. Make people feel better, not stupid.
L’organizzazione editoriale delle Radio nella società limitata dalle ordinanze
Nelle zone colpite per non parlare di quelle rosse la velocità di reazione dove coniugarsi alla sicurezza e salute dei lavoratori e delle loro famiglie unitamente alla continuità aziendale che deve essere il più possibile garantita. Mi giungono informazioni di emittenti in cui sono stati accelerati processi remoti di “smart working”. Conduzione fuori dall’emittente, ufficio musica gestito dalla propria abitazione, redattori che operano da casa. Corretto.
Nel nostro settore basato principalmente sul transito di audio e solo in alcuni casi di video la continuità dell’attività editoriale, se non la sua intensificazione informativa, è pienamente compatibile per qualche settimana anche al di fuori delle mura aziendali. Ciò a condizione che il reparto tecnico sia minimamente strutturato e in grado di fornire un valido supporto informativo e organizzativo.
La funzione commerciale nella emergenza sanitaria
Il tema più sensibile per la sorte stessa delle imprese Radiofoniche è quello commerciale. Siamo stati peraltro a gennaio in una luna di miele con gli investitori commerciali che ha prodotto sulla base dei dati Nielsen un incremento superiore all’11% sullo stesso mese del 2019. Abbiamo dunque e fortunatamente in questa fase almeno la spinta di un’eccellente relazione con il mondo della pubblicità.
Il mio pensiero è che la velocità di reazione, consapevole e bilanciata, debba essere messa in campo anche nella relazione con i clienti. La cosa peggiore in questi giorni è non rispondere alle loro chiamate oppure tergiversare su richieste di deroghe di campagne o di spostamenti delle stesse. Occorre mostrare ora che la grande resilienza della Radio è sempre attiva, anche nei momenti della emergenza.
Tra i comportamenti da non seguire segnalo quello di emittenti locali che hanno realizzato comunicati da 60″ per invitare gli ascoltatori alla vita normale e a non eccedere con il panico e la preoccupazione. C’è un modo più istantaneo, suicida e soprattutto leggero, con perdita della qualifica, di generare allarmismo su vasta scala? Se siamo preoccupati per la nostra azienda non dobbiamo rivalerci sulle persone all’ascolto che sono il nostro primo capitale.
Quindi, cosa fare? Dialogare in modo costruttivo con tutti i clienti sulla fase in atto e capire da loro come la stanno gestendo. Porre la Radio come amplificatore delle loro politiche aziendali del momento. Costruire iniziative sociali anche virtuali e a getto continuo sulle quali coinvolgere sponsor. Nella fase acuta delle auto-quarantene in cui tantissimi restano a casa cercare clienti più che in passato nelle attività di consegne a domicilio.
Analizzare chi opera nel digitale e può migliore le proprie posizioni di business in questa emergenza. Settori sanitari e alimentari in primis. Sostenere le attività aperte e di funzione pubblica e offrire una maggiore insistenza nella frequenza delle loro campagne.
E, permettemi, contribuire alla percezione presso tutti i clienti della Radio come servizio pubblico a libero accesso, senza pari. Vi aiuterà…