La tv senza sgarbi

di Maurizio Badiani

Quando alcuni anni fa mi trovai a lavorare al lancio de La7 feci un annuncio il cui titolo recitava “La tv senza sgarbi.”

Dove la “esse” era rigorosamente minuscola. Il testo che seguiva prometteva una televisione finalmente civile che dava spazio alle idee e al confronto evitando toni accesi, insulti e scurrilità.

Non so dire se quella promessa fu mantenuta o se sia rimasta solo un buon proposito. Mi è venuto a mente questo antico episodio  dopo aver assistito in diretta ieri sera, in prima serata, su Rete 4, all’incontro di pugilato Sgarbi – Mughini.

Una sola ripresa interrotta sul più bello (o meglio, sul più brutto) dal conduttore di  turno. Assistendo all’episodio sono stato preso da un assalto di nostalgia per il pugilato vero, quello che si svolgeva entro lo spazio di un ring e che rispondeva a regole precise: niente colpi bassi, niente trattenute ecc.

Gli esegeti di quella disciplina la chiamavano “ la nobile arte”. Oggi il pugilato, ritenuto forse troppo violento e poco edificante, è stato in pratica bandito dalla TV. Salvo poi ricomparire in prima serata e in fascia protetta – com’è successo ieri – praticato non da atleti palestrati ma da intellettuali occhialuti e filiformi. I quali di solito si limitano a schermaglie fatte di male parole.

Ma che non disdegnano, per dar più enfasi ai loro argomenti, di mettere mano agli sgabelli. Dai divani di casa mi sembra di sentire sollevarsi un grido sconsolato e, come suol dirsi oggi, condiviso: “Aridatece Rocky!”