di Federico Unnia
In epoca di influencer e fake news per una volta il mondo della pubblicità torna ai vecchi sani illeciti di una volta.
È il caso dell’ingiunzione di desistenza con la quale il Comitato di Controllo ha bloccato per contrasto con l’art. 7 del codice (identificazione della comunicazione commerciale) i messaggi “Collant ricamati e stampati: un tripudio…!”, “GLA 180 d SPORT. Ancora più SUV”, “Occhiali progressivi personalizzati”, “Se hai più di 35 anni adorerai questo gioco!”, apparsi su www.repubblica.it.
I messaggi consistevano in link pubblicitari che rimandavano a specifiche pagine dedicate a quanto pubblicizzato nei diversi link ed erano inseriti in una sezione denominata “Guarda anche” e in una denominata “Dal Web”, collocate al di sotto degli articoli presenti sulla versione online del quotidiano La Repubblica. Secondo il Comitato, la natura promozionale di tali messaggi non era adeguatamente segnalata e si confondeva con quella editoriale di alcuni contenuti presenti nelle medesime sezioni.
Sotto un’apparente veste informativa, detti messaggi veicolavano contenuti pubblicitari, non immediatamente riconoscibili dal pubblico come tali. I messaggi avevano sembianze di richiami ad altri articoli giornalistici in qualche modo connessi a quello che si sta leggendo, ma l’identificazione della loro natura promozionale non era sufficiente, non essendo la sola indicazione “Promosso da Taboola” né l’indicazione dei siti sotto i contenuti promozionali elementi sufficienti per gli utenti a individuare chiaramente tra i contenuti proposti quelli meramente pubblicitari, generando un’ambiguità contraria alla trasparenza che le norme del Codice richiedono ai messaggi pubblicitari.
Da qui il blocco della comunicazione.