di Pietro Greppi
Il titolo punta il dito in due direzioni. Quella generica e terribile della guerra cruenta, sempre sanguinosa e funesta, che riaffiora continuamente come “soluzione finale” di un dialogo mancato fra poteri forti dei Paesi … e quella più stupida e infestante che è la maledetta abitudine, soprattutto del mondo della comunicazione commerciale, di utilizzare una quantità di termini derivati dal mondo militare.
Da una panchina non si può fare molto per cercare di mettere la parola fine all’impiego degli eserciti. Certo si può invitare alla riflessione, ma a cosa serve. I generali mica leggono queste righe e purtroppo non credo le leggano neppure i politici. Se la Panchina poi arrivasse sulle scrivanie dei produttori di armi immagino che, anche la leggessero, lo farebbero con un vago sorriso ebete di supponenza.
Resta però che quello della guerra è un male da estirpare. E viene da dire che andrebbe eliminato con le buone perché altrimenti, con le cattive, non si farebbe altro che continuare il cerchio perverso della violenza.
Ma quali sono “le buone” pratiche da adottare, almeno per indebolire l’abitudine a pensare ai conflitti armati, come soluzioni? Potremmo cominciare con l’eliminare i termini che evocano quel “mondo” e dal quel mondo ahimè prendono spunto. E un ambito dove quei termini si affollano è proprio quello della pubblicità. Sembra infatti che i pubblicitari di ogni età non si sentano completi e appagati se non circondandosi di termini collegati al violento mondo degli eserciti militari.
Ci si mettono d’impegno anche i sedicenti guru del mestiere e i loro alfieri, ma non scherzano neppure le scuole di ogni ordine e grado incaricate di formare le menti dei futuri creativi e dei “manager” del settore, che suggeriscono ai loro adepti letture “storiche” inneggianti tecniche di guerra, di conquista del potere e di gestione del nemico, immaginando forse di fornire un buon servizio a quell’“esercito” di persone che ogni anno si affacciano sul mercato del mondo della comunicazione convinte di dover combattere contro qualcuno.
Chi è nella posizione per poterlo fare, cominci a diffondere un piccolo manuale delle parole nuove da imparare per “rottamare” quelle pericolose e indegne cui faccio chiaro riferimento con questa Panchina. Non ne voglio pronunciare neppure una, ma so che sapete a quali mi riferisco. Se non sapete come sostituirle provate a riflettere più del solito e cercate di essere creativi. E concludo invitandovi anche a togliere armi giocattolo, soldatini e giochi elettronici violenti dalla lista dei regali per i vostri bimbi. Pace.
di Pietro Greppi – info@ad-just.it