di Teresella Consonni
Segnali di crescita ed echi positivi per il settore dal Salone del Franchising di Milano, iniziativa fieristica B2B che facilita l’incontro tra le 200 catene del franchising presenti con il pubblico di potenziali affiliati o franchisee.
La 31° edizione chiude in positivo con un + 18% di visitatori giornalieri pari a 14mila ingressi registrati in 3 giorni di rassegna.
Assofranchising rileva il crescente peso conquistato dalla formula distributiva che in Italia è pari soltanto al 6 per cento del totale del commercio (per oltre 23 miliardi di fatturato complessivo). Lo spazio per continuare a crescere, quindi, appare ampio nel confronto con mercati esteri: in Francia la percentuale del franchising è del 15%, in Germania del 22% e negli Usa arriva al 40% sul totale del commercio.
Negli ultimi 7 anni il franchising ha avuto un incremento del 4%, nonostante l’economia in recessione e la previsione di crescita si attesta intorno al 2-3 per cento annuo da oggi al 2020 (stima Confimprese).
Un traguardo per il franchising è costituito dalla necessaria integrazione tra la vendita in negozio e l’e-commerce. Franchisor e franchisee devono essere accomunati dalla stessa dinamica digitale così da concentrare le energie disponibili. Per di più è in aumento l’interesse per la complementarietà tra online e offline, anche perché i clienti gradiscono la formula “click and collect” (cioè si compra nel web e si ritira nel negozio).
Food e abbigliamento i settori più rappresentati, ma il settore del franchising conferma in fiera l’articolazione crescente della offerta: dalla edilizia acrobatica alla formula svizzera eventi itineranti in furgone allestito ad hoc, dalle palestre per donne alla energia rinnovabile, dal riciclo ai bar vegani, dai ristoranti etnici allo street food, dalla cosmetica naturale alla ricerca di “imprenditori selezionati”, dalla sartoria online e a domicilio alle gallerie d’arte in affiliazione, dal ricondizionamento di smartphone e tablet ai servizi innovativi.
La crescita del settore registra anche l’aumento dei negozi in franchising di fascia alta che necessitano di un investimento iniziale da 50 a 100 mila euro e con un numero sempre maggiore di giovani sotto i 35 anni, di donne e di manager fuoriusciti da aziende: Tutte figure che ricercano nel franchising una formula utile per progettare il loro futuro lavorativo (fonte: stima RDS, organizzatore del Salone del Franchising).
Il franchising è rassicurante per l’imprenditore che adotta questa formula distributiva anche grazie alla formazione, che è assicurata dalla casa madre agli affiliati, sia prima sia dopo l’apertura del nuovo punto vendita.
La espansione all’estero di formule create in Italia copre spazi crescenti nella esportazione: le tipologie sono diversificate e contribuiscono in modo efficace alla vendita fuori confini del brand Italia, si pensi per esempio alla ristorazione e al suo crescente successo nel mercato globale.
Un progetto pilota “Tuscany-Italian Feeling” – ideato da Bamboo Capital Ltd, fondo di investimento di Hong Kong e da Sunshine100, società di Real Estate tra le più importanti della Cina – intende selezionare i migliori modelli di business italiani in franchising per inserirli all’interno dei complessi commerciali sviluppati in Cina da Sunshine100.
A conferma dell’interesse cinese per quanto si realizza in Italia in questo settore, il Salone del Franchising è invitato a organizzare un’area italiana alla Fiera del franchising in programma a Pechino il 5 maggio 2017.