di Pietro Greppi
Vi sembra possibile che si possa attribuire ad un quadro un valore di milioni di euro/dollari (o quel che è) e che molti restino addirittura affascinati da questo fatto senza che nessuno abbia da ridire sul senso di questa cosa, e che nello stesso tempo non si riesca a far percepire il valore impagabile di un essere umano? Recuperi o scoperte di opere d’arte riescono a far aprire il portafoglio a istituti, fondazioni, privati che senza batter ciglio trovano fondi che altrimenti negavano di poter disporre per altro. Poi se il recupero, il salvataggio o il ritrovamento riguarda una persona (giovane o vecchia che sia) facciamo fatica a comprendere il valore, la rarità e la preziosità dell’essere salvato … e visto che non si tratta di un quadro “pregiato”, non si vedono portafogli aprirsi. Sono pochissimi, troppo pochi, coloro che sono naturalmente disposti a dar seguito a quel pensiero che dovrebbe appartenere all’intera comunità in cui viviamo: l’idea che salvare una vita potrebbe equivalere a salvare il mondo. Certo non sono originale nel ricordarlo, in molti lo hanno detto prima di me in circostanze più o meno tragiche e soprattutto davanti a fatti che quelle parole spiegavano molto bene, ma la questione è che qui vedo troppi che se lo dimenticano o che addirittura non hanno alcuna intenzione di considerarlo.
Da un quadro o un’opera d’arte si può restare certo ammirati e non c’è ovviamente nulla di male. Ma un oggetto è sempre un oggetto. D’epoca o meno è comunque qualcosa che un nostro simile ha abilmente realizzato, normalmente in solitudine, ma che resta lì a farsi ammirare senza produrre altro che stupore o altri sentimenti poco razionali. Legittimo, ma carico di limiti.
Ognuno di noi è invece indiscutibilmente un’opera d’arte vivente il cui destino è l’evoluzione, visto che siamo capaci di “produrne altre di opere d’arte viventi”. Opere tra le quali, accade spesso, se ne scoprano di capaci di cambiare la storia di un popolo, di salvare altre creature, di scoprire segreti della natura, … Per fortuna qualcuno che questi pensieri li fa c’è. No non parlo di me … ci sono fortunatamente in giro per il mondo esempi da imitare che illuminano la mente, basta saperli individuare. A tutto ciò ho pensato, sempre da una panchina, dopo aver ascoltato un notiziario che nell’ordine annunciava: prima il ritrovamento di un paio di quadri “dal valore di 100 milioni di dollari” e poi la donazione di 800mila euro ad un ospedale da parte di un nonno che aveva potuto sperimentare la preparazione, la dedizione e l’umanità del personale medico che pur in carenza di mezzi era riuscito a salvare suo nipote da una grave malattia. Qualcuno forse potrà considerarlo insensato, ma le cifre appena citate io le avrei messe una al posto dell’altra.