Lo scenario dell’economia della euro-zona mostra evidenti segnali di rallentamento che si palesano più accentuati nell’economia nazionale. Le previsioni del PIL del 2016 per l’intera euro-zona si confermano al + 1,6%, mentre per l’economia nazionale sono state riviste e ribassate al +0,7%.
La produzione industriale nel mese di luglio ha palesato un lieve rimbalzo che ha interrotto la tendenza riflessiva dei precedenti mesi; il che ha consentito all’intero settore di chiudere il bilancio dei primi sette mesi in area positiva sia pure di poco fatta eccezione dei beni di consumo.
Le stime previsive sembrano migliorare per il totale del settore e per l’aggregato dei beni di consumo ma con una differenza: che il primo mantiene un piede in territorio positivo mentre il secondo è già entrato in territorio negativo.
Il fatturato dell’industria a luglio ha fatto registrare una lieve flessione che ha impresso una nuova spinta in area negativa al cumulato gennaio-luglio; spinta che ha coinvolto sia il mercato interno che i mercati esteri.
Sembrano alquanto preoccupanti le prospettive del prossimo futuro circa l’attività industriale stante il pesante arretramento degli ordinativi. Tuttavia va segnalato come il cumulato gennaio-luglio, rimane -sia pure di poco- in territorio positivo per esclusivo merito del mercato estero.
I prezzi alla produzione dei prodotti industriali nel bimestre luglio-agosto presentano un lieve incremento che tuttavia lascia ancora in area negativa il cumulato dei primi sette mesi pur in miglioramento.
L’industria delle costruzioni non riesce ad entrare in territorio positivo poiché le variazioni mensili e di periodo continuano a navigare sotto -sia pur di stretta misura- il livello della parità.
In luglio rallenta vistosamente il commercio con l’estero, palesando pesanti contrazioni sia per l’export sia per l’import; il che ha costretto il bilancio dei primi sette mesi ad un ulteriore arretramento in territorio negativo.
Nonostante lo sfavorevole andamento delle attività produttive il tasso di disoccupazione generale presenta un lievissimo miglioramento forse momentaneo, mentre il tasso di disoccupazione giovanile presenta invece un sensibile arretramento.
Prosegue a vele spiegate l’andamento degli investimenti pubblicitari che anche a luglio palesano un sostenuto incremento, tuttavia decisamente inferiore a quello del mese precedente. Il bilancio dei primi sette mesi presenta livelli alquanto soddisfacenti sui quali, tuttavia, pende l’incognita della conclusione degli eventi sportivi internazionali e dell’andamento riflessivo delle attività produttive.
Nel mese di luglio le vendite al dettaglio segnano un lieve arretramento, nonostante il quale il cumulato gennaio-luglio rimane in territorio positivo, sia in complesso sia per i prodotti alimentari e non. La distribuzione moderna veleggia in territorio positivo, mentre quella tradizionale veleggia in territorio negativo.
Il tasso d’inflazione in agosto si conferma sul livello negativo dello scorso mese, cioè appena sotto la parità, quale risultato di opposte dinamiche che in gran parte si sono compensate.
Segnali positivi vengono dal clima di fiducia delle imprese, mentre segnali negativi provengono dai consumatori.
Segue ora un’analisi settoriale i cui tratti hanno disegnato lo scenario sopra esposto.
La produzione industriale nel mese di luglio ha interrotto il declino dei mesi precedenti facendo segnare un confortante incremento del +1,6%. Tale incremento fruisce dell’apporto di tutti i comparti, fatta eccezione di quello dell’energia che registra una pesante flessione del -10,1%
L’incremento del mese di luglio, ovviamente, ha apportato un lieve miglioramento al bilancio dei primi sette mesi nei confronti di quello dei primi sei mesi: cioè portando al +1,0% dal +0,8% precedente. Il miglioramento è dovuto soltanto al comparto dei beni di consumo non durevole (che rimane in territorio negativo) poichè gli altri comparti hanno dato un apporto pressoché simbolico.
L’andamento della produzione industriale sia totale sia dei beni di consumo ha influenzato le rispettive stime previsive. Infatti, quelle del totale della produzione hanno fatto registrare un rimbalzo dal +0,2% di giugno al +0,6% di luglio; mentre quelle dei beni di consumo sono passate dal -0,8% di giugno al -0,6% di luglio. Le rispettive differenze acquisite sono: +0,4% per la produzione totale e -0,4% per la produzione dei beni di consumo.
La marcia al ribasso dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali sembra essersi interrotta
grazie ad una variazione mensile di circa mezzo punto, che comunque impedisce al cumulato dei
primi sette mesi di lasciare il territorio negativo pur fruendo di qualche miglioramento (-2,8%).
Il fatturato dell’industria nel mese di luglio ha segnato una flessione (-0,7%) dovuta essenzialmente alla contrazione dei mercati esteri (-2,2%) mentre il mercato interno ha palesato un lieve incremento (+0,2%). Dette variazioni hanno avuto l’effetto di appesantire il cumulato gennaio-luglio sia del totale
(-2,0%), sia del mercato interno (-2,1%) che del mercato estero (-1,7%).
Destano non poche preoccupazioni le prospettive disegnate dagli ordinativi di luglio, poiché nel
complesso presentano una flessione del -11,8%, quale media fra il -13,3% per il mercato interno e il – 9,6% per il mercato estero. A consolazione si deve citare il cumulato gennaio-luglio che segna un +2,4% per il totale, quale media fra il -5,5% del mercato interno e il +1,9% del mercato estero.
Il settore delle costruzioni prosegue la sua navigazione in territorio negativo palesando a luglio un – 1,3% che costringe il cumulato gennaio-luglio a navigare sia pur di poco in territorio negativo.
Il commercio con l’estero si riconferma in territorio negativo vuoi per l’export (-7,3%) vuoi per l’import (-8,3%). Sul dato complessivo dell’export hanno inciso sia il mercato UE (-6,1%), sia quello extra-UE(-8,8%). Analogamente dicasi per l’import su cui pesa il mercato UE (-6,1%), sia il mercato extra-UE (-11,1%).
Il cumulato dei primi sette mesi vede in territorio negativo sia l’export (-1,2%) sia l’import (-3,9%) ma, per entrambi, va segnalata la permanenza in territorio positivo dei mercati UE (+1,6% per l’export e +0,2% per l’import). Rimangono invece in territorio negativo i paesi extra-UE sia per l’export (-4,7%), sia per l’import (-9,1%). Il saldo sale a 31 miliardi dai 23 del periodo precedente.
Il tasso di disoccupazione totale scende all’11,4% (era 11,6% a giugno), mentre quello giovanile sale al 39,2% (era al 36,5% a giugno). Se si tiene nel debito conto l’andamento delle attività produttive non si può fare a meno di nutrire per il futuro qualche dose di pessimismo.
Nel mese di luglio le vendite al dettaglio segnano un lieve passo indietro (-0,2%) dovuto ai prodotti non alimentari (-0,6%) mentre i prodotti alimentari palesano un incremento del +0,5%. Il bilancio dei primi sette mesi si chiude in territorio positivo sia globalmente (+0,2%), sia per i prodotti alimentari (+0,5%) che i non alimentari (+0,1%). Sembra superfluo rilevare come la grande distribuzione si muova in territorio positivo (+0,9%) mentre la distribuzione tradizionale si muova in territorio negativo (-0,2%).
Il tasso d’inflazione in agosto si conferma sui livelli del mese precedente (-0,1%); risultato fra dinamiche di segno opposto che in gran parte si sono compensate. A titolo d’esempio si citano da un lato la flessione degli energetici non regolamentati, mentre dall’altro si cita l’incremento degli alimentari non lavorati.
Prosegue l’andamento ascendente degli investimenti pubblicitari che a luglio presentano una variazione del +6,5% (per effetto degli importanti eventi sportivi internazionali) concentrata principalmente sui canali TV a scapito della generalità dei rimanenti media.
Le variazioni positive del mese di luglio hanno riversato il loro peso sul bilancio dei primi sette mesi lasciando invariato il bilancio del primo semestre +6,4%, confermando i passi avanti della generalità dei media fatta però eccezione della stampa quotidiana e periodica nonché del cinema.
Il soddisfacente andamento degli investimenti pubblicitari tuttavia non sembra destinato a proseguire, sia perché verrà meno l’effetto degli avvenimenti sportivi internazionali con la loro conclusione, sia perché non potrà avvalersi del sostegno delle attività produttive in evidente contrazione.
Le stime previsive del rapporto 2016/2015 degli investimenti pubblicitari a tutto luglio indicano un confortante +4,8% che, tuttavia, sembra essere messo in discussione dalla differenza acquisita che si è fermata a +3,7%. A ciò si devono aggiungere le perplessità poco sopra esposte.
In settembre il clima di fiducia dei consumatori peggiora lievemente, specie per la componente personale, mentre quella economica e futura sono in espansione pur in diversa misura.
Il clima di fiducia delle imprese registra un aumento in tutti e quattro i settori considerati: maggiore per il commercio al dettaglio, minore per la manifattura, le costruzioni, i servizi di mercato.