L’Ue vuole abolire entro il 2017 il blocco che impedisce anche a chi è abbonato di guardare serie tv o eventi sportivi se è all’estero. Ma tra i paesi che pongono limiti c’è anche il nostro. Come mai?
di Claudio Micalizio
L’Europa non è unita neppure per il mercato dei contenuti online: se dopo anni di discussione entro il 2017 sarà finalmente abolito il tanto discusso roaming per le comunicazioni telefoniche, la strada sembra ancora lunga per quanti in viaggio per lavoro o per diletto non vogliono comunque rinunciare alle serie e alle tramissioni tv cui sono abbonate nel loro paese d’origine. E gli italiani rischiano di essere tra i più penalizzati.
Le resistente dell’Italia (ma non è l’unica)
Proprio l’Italia, infatti, è tra gli Stati dell’Unione che sta cercando di frenare il libero accesso ai contenuti online quando si viaggia all’estero e per cui si paga un abbonamento, dalle serie tv allo sport sino a musica ed ebook. E’ quanto riferisce l’agenza di stampa Ansa che ha avuto modo di analizzare un documento interno della Commissione Ue sullo stato di avanzamento dei lavori relativi alla proposta sulla portabilità presentata a dicembre e ora all’esame del Consiglio. Nel testo si legge che “alcuni stati membri, inclusi Italia, Spagna, Francia, Portogallo, Ungheria e Grecia, hanno indicato che vorrebbero fissare un numero massimo di giorni di portabilità” all’anno mentre Bruxelles aveva invece chiesto un accesso illimitato quando si viaggia temporaneamente all’estero a quei contenuti per cui si paga un abbonamento in patria. Un’opzione che invece, a quanto pare, non piace ai rappresentanti politici italiani responsabili, secondo il documento riservato, di fare ostruzionismo anche se al momento non se ne conoscono i motivi: è una precisa scelta politica o nasce da richiesti o condizionamenti degli editori italiani? Delusi anche i consumatori che hanno già chiesto delucidazioni al Governo: in una nota, per esempio, l’associazione Altroconsumo si dice “fermamente convinta che non debba esserci un limite di tempo alla portabilità” e chiede che “venga sostenuto l’approccio originario della proposta” Ue, che comunque non tocca il nodo dell’accesso transfrontaliero.
Stop al geoblocking entro il 2017?
L’idea dell’Europa sarebbe quella di abbattere le frontiere digitali già il prossimo anno. Attualmente i consumatori europei che viaggiano all’interno dell’Unione non possono fruire dei servizi di contenuti online – trasmissioni sportive, film, serie televisive, e book, musica o giochi – che hanno acquistato legalmente o per i quali hanno sottoscritto un abbonamento nel proprio Paese di origine per effetto del geoblocking, cioè il divieto usato dai fornitori di servizi sul web per limitare l’accesso ai contenuti in base al Paese in cui ci si connette. Un veto che – sostiene Bruxelles ma anche le associazioni dei consumatori – impedisce una migliore circolazione dei contenuti, una maggiore offerta per i consumatori europei e un accesso più ampio ai contenuti creativi online. Ma una prassi molto diffusa: un’indagine antirust nel settore dell’e-commerce nell’Unione Europea realizzata dalla Commissione europea ha accertato che il 68% dei fornitori di contenuti digitali on line applica geoblocchi nei confronti degli utenti residenti in altri Stati membri. E così il primo atto normativo della Commissione nell’ambito della Strategia per il mercato unico digitale è stato la proposta di regolamento sulla portabilità transfrontaliera dei servizi di contenuti online, che punta a rimuovere gli attuali ostacoli sia per rispondere in modo efficace alle esigenze degli utenti che per promuovere l’innovazione a vantaggio anche dei consumatori: la portabilità transfrontaliera dei contenuti online dovrebbe diventare realtà nel 2017, anno in cui saranno abolite le tariffe di roaming nell’Unione. Trattandosi infatti di un regolamento, una volta adottato sarà direttamente applicabile nei 28 Stati membri dell’UE. Ma, evidentemente, non tutti i rappresentanti politici dei paesi che compongono l’Europa sono convinti dell’opportunità di abbattere anche queste frontiere digitali.