di Federico Unnia
Il video “Cogli il tuo #Momento SNAI”, diffuso sul canale YouTube di SNAI lo scorso gennaio 2016 è stato bloccato dal Presidente del comitato di controllo in quanto ritenuto fortemente contrario all’art. 28 ter – Giochi con vincite in denaro – del Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.
La narrazione dello spot presentava il mondo come diviso in due categorie, contrapponendo un uomo che appare rinunciatario verso le sfide della vita: “no, non fa per me; non è il momento di mettersi in gioco, di provarci, di buttarsi, eh …so già come andrà a finire”, raffigurato solo e sconsolato, ed un gruppo di amici festanti e sportivi “quelli che …proviamoci, perché no?, perché sanno che c’è un istante ogni tanto in cui tutto può succedere…”, “quell’istante è il momento SNAI”, che per contro raggiungevano obiettivi, risultando cosi vincitori.
Secondo il Comitato di controllo, un simile percorso narrativo, in stile apertamente e positivamente motivazionale, deve considerarsi pericoloso in relazione a quanto pubblicizzato, ovvero il gioco. La spinta a buttarsi, provarci e accettare la sfida viene chiaramente veicolata verso il gioco (“quell’istante è il momento SNAI”) con un suggestivo riferimento alla vittoria, al successo, interpersonale e personale. Nella fattispecie prevale la sensazione emotiva che il gioco contribuisca ad accrescere la propria autostima, considerazione sociale e successo interpersonale, elemento espressamente vietato dall’articolo 28 ter del Codice.
Infine, secondo il Comitato, nella valutazione del messaggio non si può prescindere dal considerare che la materia del gioco, nelle sue molteplici declinazioni, è sicuramente una materia delicata che richiede che le comunicazioni pubblicitarie siano improntate a quel senso di responsabilità reso necessario dalle implicazioni sociali e individuali che esso comporta e dalle molteplici forme, anche patologiche, nelle quali si può tradurre.
La pubblicità in questione, anche per il canale utilizzato, veicola un messaggio potenzialmente dannoso, che si traduce in un’impropria esaltazione del gioco.
Infine, il messaggio ometteva di fornire, contravvenendo al disposto dell’art. 28 ter, una chiara e precisa avvertenza che il gioco è vietato ai minori di 18 anni e può causare dipendenza patologica, posto che le scritte in super negli ultimi frame del video non risultano leggibili e non hanno alcun impatto sul pubblico. Da qui il blocco.