Pagamenti digitali in crescita nel 2014

Presso l’Aula Magna dell’Università degli Studi Internazionali di Roma, UNINT, si è tenuta la XII° Edizione del “Digital Payment Summit”, organizzato dal Centro di Ricerche Tecnologie, Sicurezza, Sistemi e Servizi di Pagamento con il patrocinio dell’Associazione Italiana Istituti di Pagamento e di Moneta Elettronica (A.I.I.P.).

Oltre 400 sono stati gli intervenuti in rappresentanza di banche, imprese, prestatori di servizi di pagamento, aziende del settore finanziario, Pubblica Amministrazione e realtà internazionali legate al mondo dei sistemi e processi di incasso e pagamento.

 

A.I.I.P

L’apertura è stata affidata a Giovanni Bisogni, Presidente Cda UNINT e a Maurizio Pimpinella, Presidente A.I.I.P., che ha affermato – “L’Italia è ancora lontana dalla diffusione dei pagamenti elettronici rilevata nel resto d’Europa ma complessivamente il mondo dei New Digital Payment, a fine 2014, ha raggiunto un valore di transato di circa 18 miliardi di euro (+20% rispetto al 2013), mentre i Digital Payment più tradizionali raggiungono i 128 miliardi di euro (+1,6% rispetto al 2013). Altra notizia positiva è che la crescita dei New Digital Payment è innanzitutto spinta dal Mobile Payment & Commerce, che è cresciuto del 55% rispetto al 2013. Il solo “pagamento” da remoto di beni e servizi è destinato a coprire una nicchia di acquisti molto specifica che ha una frequenza di utilizzo elevata, come ad esempio biglietti del trasporto pubblico locale e sosta, car sharing e pagamento di bollette e bollettini.

Il 2014 per il Mobile Payment & Commerce è stato un anno estremamente dinamico, ma è in atto una rivoluzione digitale con numerosi avvenimenti che hanno convinto anche i più scettici sulle potenzialità di questo mercato. Se nel 2013 si era infatti parlato di “tensione competitiva” che vedeva in contrapposizione attori del web e startup versus attori tradizionali, nel 2014 Apple è scattata per andare “in fuga” e gli inseguitori, se non vorranno perdere terreno, dovranno presto fare le loro mosse. La continuità di un utilizzo quotidiano dipenderà invece dal valore che gli utenti riscontreranno nel servizio ed il Mobile Wallet si conferma in modo ancora più marcato rispetto agli anni scorsi come lo strumento attraverso cui creare questo valore, grazie alla convergenza di più servizi.

L’arena del Mobile Payment & Commerce in questi anni ha visto la discesa in campo di moltissime soluzioni: alcuni successi, molti fallimenti e qualche sopravvissuto con un futuro incerto. Oggi, a metà 2015, si può dire che il quadro si sta facendo via via più chiaro e tra le soluzioni di successo è possibile includere il Mobile (Remote) Commerce di beni e servizi ed il Mobile Ticketing per il trasporto pubblico locale.

Un intervento normativo che diffonda la conoscenza può contribuire ad accelerare la diffusione dei pagamenti digitali in Italia e molti studi nazionali ed internazionali degli ultimi anni hanno dimostrato che un elevato utilizzo dei pagamenti elettronici è correlato alla capacità di sviluppo economico di un Paese oltre agli effetti diretti di riduzione dei costi di gestione del contante.

In Italia il costo è stimato a 9,4 miliardi di euro nel 2013 e per quanto riguarda il recupero dell’evasione fiscale si stima un mancato gettito fiscale legato al contante fra i 40 ed i 50 miliardi di euro annui. E’ chiaro che serve un cambio di strategia che prenda in considerazione la strada degli incentivi in aggiunta all’obbligatorietà, incentivi sia per i cittadini che per gli esercenti e le Pubbliche Amministrazioni, oltre ad un piano di educazione che sensibilizzi i cittadini all’utilizzo dei pagamenti digitali” – ha continuato Pimpinella – “I New Digital Payment possono contribuire ad aumentare l’utilizzo dei pagamenti elettronici in due modi: abituando gli Italiani ad usare la carta più spesso anche per transazioni di piccolo importo (tramite Mobile Payment & Commerce e Contactless Payment) e consentendo a qualsiasi esercente di accettare pagamenti tramite i Mobile Pos. Proprio i pagamenti via cellulare possono giocare un ruolo rilevante per “educare” i consumatori ad utilizzare i pagamenti elettronici grazie alla pervasività degli smartphone (a fine 2014 si è stimato che oltre 25 milioni di Italiani ne possiedono uno).

Il momento è favorevole per l’affermazione di realtà non bancarie concorrenti e le banche hanno bisogno di sviluppare un piano d’azione con un approccio graduale alla digital transformation, che comprende la digitalizzazione, semplificazione/agilità e big data analytics.

La digitalizzazione sostituisce i processi manuali con una gestione digitale e la semplificazione aumenta l’agilità riducendo i sistemi multipli e consentendo un più rapido time to market. In questo modo le banche possono iniziare a migliorare i livelli di customer experience e posizionarsi per competere con agilità contro gli operatori non tradizionali.

Tutti questi fattori forniscono ai competitor non bancari l’opportunità di attirare clienti sottraendoli alle loro banche principali. Internet e le aziende tecnologiche, in particolare, sono in cima alla lista dei concorrenti grazie alle offerte semplici, agili, intuitive e libere da sistemi legacy.

Dopo aver trasformato il cellulare in una piattaforma operativa grazie ad app appositamente studiate che sostituiscono il cassiere dello sportello sotto casa, l’ultima sfida è però renderlo un flessibile strumento di pagamento da avvicinare al Pos. L’obiettivo è “smaterializzare” tutte le tessera Bancomat, carte di credito che oggi gonfiano il nostro portafogli, sostituendolo con un wallet elettronico ed intercettare così anche i micro-pagamenti al bar, dal fiorista o dall’ortolano”.

Pimpinella ha concluso – “Soltanto il 36% della popolazione italiana utilizza Internet per interagire con lo Stato. Questa percentuale ci vede al terz’ultimo posto nella graduatoria dei 28 Paesi dell’UE dove la media di utilizzatori di Internet per i rapporti con la PA è del 59%. Peggio di noi fanno la Bulgaria (36%) e la Romania (17%). Vi è quindi un ampio margine di sviluppo del Mobile Remote Payment aumentando il numero dei servizi (città e Pubbliche Amministrazioni che offrono queste soluzioni) e sviluppandone altre in grado di ottenere tassi di utilizzo più interessanti.”

Durante l’evento è stato anche presentato il libro “I sistemi di pagamento del terzo millennio”, curato dal Centro di Ricerche e che racchiude numerosi contributi pervenuti da aziende leader nel settore dei pagamenti partendo dalla Pubblica Amministrazione per arrivare a vari case history, al panorama europeo e normativo, alle telco, alla multicanalità e al furto d’identità.

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