E’ una replica dura e senza mezzi termini quella di Marco Bussinello, Presidente di BRW FILMLAND – una delle più importanti case di produzione pubblicitarie al mondo (l’unica ad essersi aggiudicata nel 2011 l’Oscar della pubblicità per il più bello spot del mondo) – alle parole pronunciate dalla presidente della Camera Laura Boldrini sulla pubblicità da lei giudicata stereotipata su un modello femminile a suo avviso inaccettabile e offensivo.
Nel corso del convegno “Non Siamo Così. Donne, parole e immagini”, organizzato a Montecitorio e dedicato al linguaggio di genere e alla rappresentazione del femminile, Boldrini ha attaccato il mondo pubblicitario con parole decisamente forti: “Bisogna lavorare anche sulla pubblicità – ha dichiarato – perché quella pubblicità dello stereotipo anni ’60 non ci restituisce più il ruolo che abbiamo nella nostra società. Mi offende – ha detto ancora la presidente della Camera – vedere come la donna non venga valorizzata, mi offende vedere come la donna viene considerata solo ed esclusivamente per il proprio corpo, mi offende vedere come non si restituisce alla donna il ruolo sociale, multiplo che la donna svolge: in famiglia, nella società, lavorando, e tutto questo viene troppo spesso oscurato. Offende me ma credo offenda tutti”.
Parole che non sono piaciute, per usare un eufemismo, a Marco Bussinello: “Ci risiamo – questo il suo commento caustico -: la Presidente Boldrini si allarga di nuovo in campi dove servirebbe competenza specifica per esprimere un qualsivoglia commento. Quindi perché non darle corda, chiedendole come suggerirebbe alle aziende di fare una comunicazione efficace per vendere abbigliamento, lingerie, gioielli, profumi etc; e mantenere così proficui settori industriali che impiegano migliaia di lavoratori. Riguardo al cosiddetto “focolare domestico” – ha detto ancora Bussinello – credo che la presidente della Camera non sia ancora riuscita a comprendere il significato di un mondo “aspirazionale”. Forse, secondo la Boldrini, le aziende dovrebbero fare spot raccontando tranche de vie misere, tipo una bella litigata fra genitori? Oppure una scena, ahimè spesso ricorrente, di un genitore che maltratta un figlio? Se ognuno di noi si limitasse a parlare e commentare fatti che rientrassero nella propria area di competenza – ha concluso Bussinello – almeno si potrebbe giudicare se sia preparato in quella, almeno in quella”.