- Lo scenario congiunturale dell’eurozona conferma l’avviata ripresa di cui, nonostante qualche fragilità e qualche battuta d’arresto, si prevede il rafforzamento e l’estensione ad un maggior numero di Paesi. La ripresa dovrebbe essere trainata principalmente dalla domanda interna e in misura marginale dalle esportazioni.
- Lo scenario congiunturale nazionale, consonante con quello dell’eurozona, è particolarmente orientato ad incrementare il PIL rispetto al 2013 nonostante le decelerazioni che hanno momentaneamente colpito la produzione industriale – al pari di quella della maggioranza dei Paesi UE – nonché altre attività.
- A confermare il clima di ripresa dell’economia nazionale depongono numerosi fattori: il previsto incremento del +0,6% del PIL 2014 pur partendo dal -0,5% del primo trimestre; il bilancio tendenziale positivo -nel periodo gennaio-maggio- della produzione industriale, del fatturato e degli ordinativi dell’industria, delle esportazioni (specie verso la zona UE), della produzione nelle costruzioni e delle vendite al dettaglio. Ciò senza dimenticare in modo particolare l’incremento del clima di fiducia delle imprese ed il diminuito tasso della disoccupazione generale e della disoccupazione giovanile.
- Quanto sopra comunque non deve far dimenticare taluni fattori ancora problematici, quali ad esempio: la debolezza dei prezzi dei prodotti industriali, l’affanno delle importazioni (specie dai Paesi extra UE) che navigano in territorio negativo, il calo del clima di fiducia dei consumatori, la regressione del tasso d’inflazione, la caduta degli investimenti pubblicitari segnatamente sensibili alle contrazioni della produzione industriale.
- Entro il tratteggiato scenario congiunturale nazionale, vanno interpretati i dati dei singoli settori quali ad esempio: la contrazione del -1,8% che, nel mese di maggio, ha colpito la produzione industriale; contrazione che riassume quella della generalità dei comparti (con la sola eccezione dei beni intermedi con il +0,5%). Va osservato, come più sopra accennato, che la contrazione dell’industria nazionale è comune a quella della grande maggioranza dei paesi dell’eurozona.
- La citata flessione del mese di maggio ha causato: da un lato, la robusta potatura del bilancio industriale dei primi cinque mesi facendolo scendere al +0,2% dal più soddisfacente +0.8% del primo quadrimestre; dall’altro, ha costretto in territorio negativo i prodotti energetici (-6,7%) nonché i beni di consumo durevole (-1,6%), mentre negli altri comparti ha limato le variazioni tendenziali positive acquisite nel periodo precedente.
- Il fatturato complessivo delle imprese industriali procede di buona lena in territorio positivo – ma in misura maggiore nel mercato estero e in misura minore nel mercato interno – tuttavia con un rallentamento nell’ultimo mese. Al termine dei primi cinque mesi 2014, nei confronti dello stesso periodo del 2013, il fatturato complessivo dell’industria si trova comunque a +1,8%, quale media fra il +3,9% realizzato nei mercati esteri e il +0,7% nel mercato interno.
- Gli ordinativi dell’industria fino ad aprile hanno proceduto con ottimo passo, più nei mercati esteri che in quello nazionale, ma nel mese di maggio sono caduti in territorio negativo (-2,5%) per colpa esclusiva del mercato nazionale (-5,1%) mentre il mercato estero è ripiegato al +1,4%. Tuttavia ciò non ha impedito agli ordinativi di chiudere il bilancio dei primi cinque mesi al +2,1%, quale media fra il +0,2% del mercato nazionale e il +5,2% del mercato estero.
- Gli investimenti pubblicitari hanno ovviamente risentito dell’arretramento della produzione industriale e – in particolare – dell’aggregato dei beni di consumo, ripiegando a loro volta con un -4,6% nel mese di maggio e con un -2,4% nel bilancio del periodo gennaio-maggio (dal -1,7% del quadrimestre precedente).
- La generalità dei media ha fattivamente contribuito all’arretramento complessivo degli investimenti pubblicitari, sia a livello mensile (ma con l’eccezione di TVSat a +5,4% e di Internet a +1,5%) sia a livello del periodo gennaio-maggio (con la sola eccezione di TvSat che presenta un +11,1%).
- Le stime previsive circa il rapporto 2014/2013 degli investimenti pubblicitari, allo stato presente sembrano orientarsi vero il -2,0% e il -3,0%, in consonanza con le analoghe stime previsive della produzione industriale dei beni di consumo orientate fra lo 0,0% e il +1,0% . Ma è doveroso far presente, stante l’atteso avanzamento dell’economia, come le attuali stime previsive siano da rivedere in senso più largamente positivo.
- La produzione delle costruzioni pur navigando in territorio negativo prosegue nella riduzione graduale del gap nei confronti del 2013. Infatti, la variazione tendenziale di periodo dal -7,8% di febbraio si è ridotta a maggio al -5,2% e sembra voler continuare a piccoli passi nell’azione di recupero.
- Il commercio con l’estero nei primi cinque mesi 2014 presenta: per le esportazioni, un andamento calante ma in area positiva; per le importazioni, un andamento in crescita ma ancora in area negativa; per i saldi, un graduale passaggio da variazioni positive a variazioni negative. Complessivamente nel periodo gennaio- maggio le esportazioni chiudono a +1,3% mentre le importazioni chiudono a -2,5% . I saldi dal canto loro chiudono detto periodo con un +71,3% tuttavia in calo rispetto ai periodi precedenti.
- Il bilancio gennaio-maggio, ripetendo gli andamenti delle variazioni mensili, consente di chiudere al +4,1% le esportazioni della zona UE nonché a -0,2% le importazioni, mentre i saldi chiudono a +125,5%. Le esportazioni verso il mercato della zona extra Ue chiudono assestate sul -2,0% mentre le importazioni -pur guadagnando terreno- chiudono al -5,2%, mentre i saldi chiudono al +39,9% pur perdendo terreno.
- I prezzi dei prodotti industriali, presi nel loro complesso, nei primi cinque mesi di quest’anno hanno navigato costantemente sotto la parità (-1,4%) nei confronti del 2013, ma presentano andamenti diversificati a seconda dei diversi mercati. Infatti, sul mercato interno i prezzi sono affondati in misura maggiore (-1,7%) che nei mercati esteri (-0,5%); e fra questi ultimi, in misura più lieve nei mercati extraeuro (-0,3%) e in misura maggiore (-0,6%) nei mercati euro.
- Le vendite al dettaglio –considerate nel loro complesso e nei comparti alimentari e non alimentari – sino a marzo sono state in severa contrazione, per risorgere poi vistosamente nel periodo pasquale e infine ritornare a più miti consigli a maggio. Ne è risultata una tendenza positiva delle variazioni tendenziali di periodo pur permanendo in territorio negativo ma ai confini con quello positivo. Infatti il bilancio gennaio- maggio si è chiuso complessivamente a -0,6%, quale media fra il -0,5% dei prodotti alimentari e il -0,8% dei non alimentari. La distribuzione moderna ha chiuso in parità, diversamente dalla distribuzione tradizionale che ha chiuso a -1,4% .
- Il tasso d’inflazione nel mese di giugno ha toccato il +0,3% scendendo dal +0,5% di maggio. Il calo dell’inflazione è causato principalmente dalla diminuzione dei prezzi degli alimentari non lavorati e, in misura minore, dalla diminuzione degli alimentari lavorati, dei beni energetici non regolamentati e dei servizi abitativi.
- Buone notizie provengono dai tassi di disoccupazione, Infatti, il tasso di disoccupazione totale a maggio si è confermato al 12,6% come nel mese precedente, ma dopo aver lasciato alle spalle il 12,7% di marzo e il 13,0% di febbraio. Anche il tasso di disoccupazione giovanile sembra aver intrapreso la strada della riduzione essendo sceso al 43,0% di maggio lasciandosi alle spalle il 43,3% di aprile (ma era 42,7% a marzo e 42,3% a febbraio).
- L’indice generale del clima di fiducia delle imprese nel mese di giugno sale a 88,4 dall’86,9 di maggio, riassumendo così il miglioramento in tutti i settori di attività: industria, costruzioni, servizi di mercato, commercio al dettaglio. In particolare migliorano: per l’industria, i giudizi sugli ordini, le attese di produzione e le scorte di magazzino; per le costruzioni, i piani di costruzione e le attese sull’occupazione; per le imprese dei servizi, i giudizi, le attese degli ordini e le aspettative sull’andamento dell’economia. Nel commercio al dettaglio migliora il clima di fiducia sia della distribuzione moderna sia di quella tradizionale.
- A giugno l’indice del clima di fiducia dei consumatori diminuisce lievemente, passando a 105,7 da 106,2 del mese precedente. Sono in diminuzione gli indici riferiti alla componente economica generale ed a quella futura nonché ai giudizi sulla situazione economica presente e futura della famiglia. Sono invece in aumento gli indici relativi alla componente personale, i giudizi sulla situazione economica personale attuale e sulle attese nonché i giudizi sul bilancio personale.
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