Vizi Pubblicitari-Easa, il 2013 anno record di controlli pubblicitari

di Federico Unnia

Federico Unnia
Federico Unnia

La macchina del controllo volontario della pubblicità e della comunicazione commerciale su scala europea ed internazionale dimostra di essere particolarmente efficacie. Nel  2013 l’Easa – Alleanza europea per l’etica in pubblicità, organismo con sede a Bruxelles che raggruppa 38 organismi di autodisciplina (27 europei ed 11 del resto del mondo) e 16 associazioni espressione del settore della comunicazione e pubblicità,  ha gestito 113 procedure attraverso il cross border complaints system (un meccanismo transfrontaliero di controllo).

Si tratta del sistema grazie al quale viene attivato un procedimento di verifica della conformità di un messaggio diffuso da un paese aderente ma visto da un consumatore o concorrente situato in un paese diverso. Il 71% delle segnalazioni pervenute sono state analizzate e gestite in meno di due mesi. Il 68,9% dei casi riguardava campagne di direct marketing, il 24,4% direct mail, il 4,5% pubblicità televisive e il 2,3% messaggi diffusi attraverso la stampa. Oltre il 70% dei casi trattati riguardava comunicazioni ritenute ingannevoli, un 15% buon gusto e decenza, il rimanente suddiviso tra tutela della privacy della persona e responsabilità sociale. In 65 casi i messaggi sono stati trasmessi ai sistemi di autodisciplina di 19 paesi aderenti.

Nel 2012, ed il dato è stato reso noto in occasione della comunicazioni sull’attività 2013 nei controllo transfrontalieri, sono pervenute complessivamente ai sistemi di autodisciplina pubblicitaria aderenti all’Easa 62232 segnalazioni in relazione a 34.534 campagne pubblicitarie. Per il 30% diffuse via televisione, 20% in affissioni, 17% direct marketing e 13% stampa. In ambito extra europeo, infine, le segnalazioni pervenute sono state 17.458 in relazione a 3593 campagne, di cui il 34% diffuse via televisione, 22% stampa, 16% direct marketing e 7% affissioni. La parte preponderante delle segnalazioni ha riguardato l’accusa di pubblicità ingannevole (70%), il 15% volgarità e cattivo gusto.

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