Ascolti dimezzati: sott’accusa il direttore Antonio Preziosi e la sua assistente. Entrambi di nomina berlusconiana
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Il ‘Fatto Quotidiano’ in edicola oggi svela con un articolo di Carlo Tecce il ‘mistero’ che giustifica il crollo verticale di ascolti subìto da Rai Radio Uno.
In pratica, a seguire la prima emittente radiofonica pubblica, è un pubblico dimezzato: da 8 a 4 milioni in media.
“Il primo canale radiofonico – scrive ‘Il Fatto’ – trionfava nelle classifica e radunava 8 milioni di ascoltatori di media giornaliera. Poi, con l’arrivo di Antonio Preziosi che gestisce anche la testata giornalistica, il crollo verticale e l’abisso a 4 milioni”.
“Radio1 – si legge nell’articolo – osserva da lontano la crescita del terzetto di testa Rtl 102.5, Deejay e R101: settimo posto, ormai sempre, anche durante la fascia mattutina 6-9, un tempo un’esclusiva di successo”.
“Ex inviato al seguito del presidente del Consiglio, Preziosi è considerato vicino a Silvio Berlusconi, e non sono dicerie”.
E’ la politica, stando al ‘Fatto’ ad aver rovinato Rai Radio Uno, quindi. Tecce ricostruisce il misfatto così:
“Nominato nel 2009 dal Consiglio d’amministrazione guidato da Mauro Masi, Preziosi ha assunto Laura De Pasquale come assistente di direzione: è la compagna di Roberto Gasparotti, l’uomo immagine del Cavaliere. La De Pasquale ha bruciato la carriera senza cambiare posto e ruolo, nonostante sia sempre presente in quelle riunioni, di potere e decisione, che scrivono i palinsesti”.
“Dicono che il direttore sia solitamente taciturno e l’assistente spadroneggi. Adesso la De Pasquale firma da autrice svariate trasmissioni, soprattutto quelle più costose, quelle che rappresentano sprechi e fallimenti di Preziosi: Citofonare Cuccarini (Lorella), Last-minute e Check-In”.
“Eppure la coppia Preziosi-De Pasquale – rimarca Tecce – ha provocato proteste formali e informali, la sostituzione o l’abbandono di sei giornalisti di vertice: un condirettore, un vicedirettore, un caporedattore centrale e tre caporedattori”. Ma “la fuga del pubblico aumenta, non conosce soste, non dà segnali di assestamento. E il dg Gubitosi, in commissione di Vigilanza, ha elencato le disfunzioni finanziarie di Radio Rai, che vengono contenute dall’ottimo lavoro di Radio2 e Radio3. I ricavi si fermano a 36 milioni di euro, 5 dal canone di abbonamento e 31 dalle inserzioni pubblicitarie; i costi ammontano a 117 milioni, di cui 72 milioni di stipendi per 770 dipendenti. Risultato: 81 milioni di euro di passivo”.
Non è tutto: “La direzione Preziosi – scrive ancora il ‘Fatto’ – ormai da mesi, non attraversa un momento positivo. Un paio di anni fa, clamoroso, l’attivissima De Pasquale inviò una mail ai conduttori per vietare l’uso del termine “profilattico” e “preservativo” nei programmi: peccato che fosse la giornata contro l’Aids”.
“Ora, in attesa del faccia a faccia fra il comitato di redazione (incaricato all’unanimità dall’assemblea) e il dg Gubitosi, Preziosi ha proposto dieci nomi per dieci promozioni: l’azienda ha detto di no”.
“Il direttore – ricorda, in conclusione, Tecce – è anche Consultore del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali su indicazione di Benedetto XVI, anche se il suo riferimento diretto in Vaticano è l’ex segretario di Stato, il cardinale Tarcisio Bertone. Le protezioni di Preziosi si sono indebolite nell’ultimo periodo, ma il sostegno dei berlusconiani non viene mai a mancare. Quella casella, doppia, tra Radio1 e radiogiornale, è reclamata dal Pdl. Ma Gubitosi dice che la politica non condiziona le sue scelte. Vedremo. Anzi, ascolteremo”.