Qui Milano: Duomo gremito e appassionato per il concertone dell’emittente di Mario Volanti. Da Zucchero a Ramazzotti, serata da incorniciare. Ricordando Missoni, Jannacci e Califano
twitter@SpotandWeb
C’è chi scrive 50 mila, come il Corriere. O il doppio: centomila, come Repubblica. Un fatto è certo: che piazza del Duomo era gremita all’inverosimile. Ieri, per il concertone di Radio Italia, sotto lo sguardo della Madunina non avrebbe trovato posto nemmeno più uno spillo. E forse, per contenere l’entusiasmo di Milano per Zucchero e Venditti, Ramazzotti e Mengoni, gli Stadio e Alessandra Amoroso, Cremonini e Raf, Fabri Fibra e i Negramaro, Luca e Paolo, non ne sarebbero bastate due, di piazze del Duomo.
Così, festa della musica doveva essere e festa è stata. Nonostante un cielo che per buona parte del concertone ha minacciato con lampi e fulmini una serata di pioggia (ma alla fine c’è stato solo un breve temporale), Radio Italia ha spento alla grande le sue 31 candeline.
Un’iniziativa perfetta, quella voluta dal patron Mario Volanti. Perché, in tempi di crisi, gratuita e aperta a tutti. E perchè servirà ad affermare ancora di più un’emittente che da tre decenni continua a promuovere una fetta importante della cultura italiana senza conoscere la parola crisi.
Basti pensare che nei primi 4 mesi del 2013, Radio Italia si è piazzata al secondo posto tra le radio che hanno incrementato i loro ascolti (un +3,4% che le consente di piazzarsi quinta nella classifica generale delle emittenti più ascoltate con una media di oltre 4 milioni e mezzo secondo RadioMonitor di Gfk Eurisko). E che il numero dei fan raccolti in piazza, oltre a quelli che hanno seguito l’evento con le nuove tecnologie (a tal proposito, su Twitter, l’hashtag #radioitalialive è diventato top-trend italiano) non farà altro che accelerare il circolo virtuoso.
E così, ripercorrendo la magica serata di ieri, ha cominciato Zucchero, accompagnato dai dodici musicisti della sua Sesion Cubana. Ha fatto vivere momenti intensissimi Eros Ramazzotti, che con i presentatori Luca e Paolo ha intonato una ‘Nato ai bordi di periferia’ rivista e corretta in versione genovese. Ha fatto ballare Cesare Cremonini. Ha fatto sognare Marco Mengoni. Hanno divertito e fatto cantare e ballare Antonello Venditti, Fabri Fibra e i Negramaro.
Il cuore di Milano e della musica ha battuto forte. Sempre. Ma si è emozionato soprattutto quando Gaetano Curreri degli Stadio ha lanciato “Chiedi chi erano i Beatles” dedicandola a Vittorio Missoni. O quando Alessandra Amoroso, unica donna sul palco, ha accompagnato Luca e Paolo nell’omaggio a Jannacci e Califano tra “Vengo anch’io” e “Tutto il resto è noia”.
Piazza del Duomo è stata davvero Piazza Grande.