L’appello di Monsignor Crociata, segretario generale della Cei: “L’8 per mille copre solo il 50% dei costi. Si facciano avanti i privati per tutelare il nostro inestimabile patrimonio”
Magari suonerà un pò blasfemo. Ma più o meno, la preghiera della Chiesa italiana alle prese con il più grande patrimonio culturale e artistico da tutelare, suona così: “Signore, dacci il nostro sponsor quotidiano”.
L’apporto dei capitali privati è sempre più fondamentale in tempi di vacche magre. E la speranza è che il modello Della Valle che si è speso in prima battuta per il restauro del Colosseo possa fare proseliti.
Di certo è che la Chiesa italiana lancia l’allarme sulla manutenzione e il restauro degli oltre 65 mila edifici di sua proprieta’, per i quali chiede anche lo sblocco dei contributi ministeriali sui beni culturali.
Il segretario generale della Cei, Monsignor Mariano Crociata, aprendo a Palazzo Venezia la Giornata Nazionale dei beni culturali ecclesiastici, ha sottolineato come ”non sia facile per le comunita’ locali assolvere alla loro cura. E’ un impegno che comporta una fatica improba, accentuata dalle non indifferenti difficolta’ economiche che stanno caratterizzando il momento attuale”.
Il rappresentante della Cei ha rilevato comunque con soddisfazione la notizia ”relativa ai 720 cantieri aperti attualmente in Italia per il restauro di edifici di culto, segno dell’attenzione a un patrimonio culturale e artistico che costituisce per eccellenza il luogo di riferimento e di appartenenza dell’intera comunita’ credente”.
Grazie al gettito proveniente dall’8×1000, ha ricordato il numero due della Cei, ”negli ultimi tre anni, sono stati, complessivamente, oltre 1.400 i progetti di restauro presentati all’Ufficio Nazionale dei beni culturali ecclesiastici”, e ”in corrispondenza di queste centinaia di cantieri aperti ogni anno, migliaia di professionisti e di imprese edili trovano il modo di mettere a disposizione le loro abilita’ professionali”.
Tuttavia, ha spiegato Crociata, ”i contributi erogati con i fondi dell’8×1000 non vanno mai a coprire l’intera spesa dei lavori, ma vi partecipano con una percentuale massima del 50%. Questo è un sistema che richiede e di fatto favorisce il coinvolgimento positivo e propositivo di tanti soggetti pubblici e privati, le comunita’ parrocchiali e diocesane, le fondazioni, gli sponsor, gli enti pubblici nazionali e locali”.
Secondo il rappresentante della Cei – che ha posto l’accento anche sulla necessita’ del miglioramento sismico, tema della Giornata -, ”significativa e’ stata, fino a poco tempo fa, la possibilita’ di accedere anche ai contributi ministeriali sui beni culturali: auspichiamo – ha concluso – che questa importante fonte di risorse possa tornare presto a essere resa disponibile dallo Stato, dopo l’attuale fase di stallo dovuto alla crisi economica”. Amen.