di Claudio Astorri
I grandi eventi musicali a carattere benefico sono da sempre una ridda di contraddizioni dentro un cuore che batte e pulsa. La contraddizione è spesso tra scopo umanitario e promozione personale, tra messaggio sociale e festa incontrollata. Insomma, non ci si può aspettare che tutto sia chiaro e ordinato o, come diremmo noi radiofonici, formattato. Anzi. Una kermesse con uno scopo sociale importante è quasi sempre un vero e proprio caos, e forse questo è anche il bello; c’è imprevedibilità, pensieri sgrammaticati, performance inusuali, emozioni che lanciano ovazioni, persone che si ritrovano insieme alle altre nelle sensazioni rinnovate di una appartenenza comune. Italia Loves Emilia ha radunato al Campo Volo gli artisti italiani “classici”, 14 personaggi che hanno una discografia personale di minimo 20 anni per non parlare dei quasi 40 di Claudio Baglioni. Uniche eccezioni, e meno male, Negramaro e Tiziano Ferro, solo 10; erano i soli “giovani”. I nostri senatori della musica, praticamente tutti insieme per sostenere l’Emilia e per raccogliere fondi a favore delle scuole delle zone colpite dal terribile sisma. Tutto benissimo. Inizio del pensiero laterale. Nel mondo globale ciò suona come la serata della restaurazione dei vecchi big italiani, quasi più importante per loro che per l’Emilia. Fine del pensiero laterale. E le radio?
Spiace scriverlo, specie per la lodevole causa dell’iniziativa, ma la radio in tutto ciò è solo in background. E non è un pensiero laterale ma centrale. La radio non è sul palco, non appare in televisione, non comunica ai presenti al Campo Volo, non prende alcuna sua iniziativa di comunicazione o di aggregazione, non racconta cosa ha fatto per l’Emilia e cosa hanno incredibilmente realizzato le radio della regione per le sue popolazioni nei giorni più acuti e drammatici. La radio dunque non c’è, non disturba e non inquina. Si inchina agli artisti e alla loro anzianità di servizio. I quali peraltro all’interno del concerto cantano, si accoppiano artisticamente e si rigenerano ma comunicano poco e malissimo sull’oggetto stesso dell’iniziativa. Fatto grave ma del tutto prevedibile, teorema della kermesse.
E tuttavia la radio, la stessa che rinuncia incomprensibilmente alla centralità del suo ruolo pubblico nell’emergenza e nella socialità per l’Emilia, fa una cosa meravigliosa, un servizio di distribuzione dell’evento in diretta via radio e in FM in tutta Italia con commento delle sue voci più rappresentative. Sicuramente il concerto ha avuto molti più ascoltatori che telespettatori dal momento che tutte le principali radio nazionali e RADIO BRUNO hanno diffuso l’evento in diretta. Tutti insieme uniti dalla produzione del programma e poi anche dalla distribuzione su tutte le rispettive frequenze. E’ stata davvero una gran bella cosa. Scorrere la FM e sentire “Radio Loves Emilia” ripetuta su così tante emittenti. Data da ricordare: 22 settembre 2012, dalle ore 20. Che belle sensazioni di unitarietà.
Grazie alla “RadioVisione” di RTL 102.5 è stato possibile osservare i conduttori delle radio coinvolte alternarsi con regolarità e a coppie al microfono degli studi di Cologno Monzese con il susseguirsi degli artisti che si presentavano sul palco del Campo Volo. “Radio Loves Emilia” ha dunque presentato un conduttore per ogni radio indipendentemente dalla sua dimensione e importanza. E sono tutti andati d’amore e d’accordo, divertendosi, intrattenendo ma soprattutto valorizzando l’evento e l’Emilia per quanto possibile. Hanno sopperito dunque alle gravi carenze del palco per tutta l’Italia. Una vera lezione di accordo e di convergenza anche per la politica in crisi. Giusto per non smentirmi direi che i conduttori potevano prepararsi prima e molto meglio ma questo è un altro discorso…
Vorrei citare tre conduttori della diretta radiofonica che a mio avviso hanno meglio contribuito all’enfasi delle emozioni e a cogliere aspetti singolari dell’evento: Patrizia Farchetto, Tamara Donà e il gran guru Luca De Gennaro. Non si risentano gli altri, tutti comunque bravi. Angelo Baiguini, Paola Gallo, Roberto Trapani, Paolo Piva, Pippo Pelo. Ho notato Ylenia e Federico Russo tra i più distanti, strano per chi opera in formati di “Personality Radio”. Simpatiche le interviste “off stage” con i 14 protagonisti anche se mancando un sync tra televisione e radio a livello di scalettatura (vedi sopra) si è andati spesso ben oltre e… sopra l’intro delle canzoni. Anche in questo si è notato quanto gli organizzatori dell’evento siano professionisti dei concerti e non di certo della comunicazione, disastrosi e qui il teorema della kermesse non c’entra.
Le prime 5 radio (RTL, 105, RDJ, RDS e ITA) non hanno calato gli assi della conduzione radiofonica. Mi sarebbe piaciuto sentire anche MARCO GALLI, LINUS e ROSARIA RENNA, giusto per citarne alcuni ma, probabilmente, questo evento è stato vissuto come “prove tecniche di trasmissione” potenzialmente rischiose.
Alla prossima occasione ci aspettiamo lo “show down”. La sintonia tra le radio è in crescita.
tratto da www.astorri.it