per gentile concessione di www.futurap.com
di Futura Pagano
Come cambia il modo di fare blogging con l’evolversi del web 2.0 e del social networking? Ho riflettuto molto su questo argomento, che mi interessa in prima persona, leggendo un post di Riccardo Scandellari sul blog di 6 Sicuro.it. Qui Skande si confronta con l’argomento chiedendosi se oggi valga ancora la pena avere un blog o se sia più coerente esprimere opinioni e scrivere post direttamente sui profili “Social”.
Bene, ho sempre pensato che una cosa non escluda l’altra, ma che sia finalmente maturo il tempo dell’integrazione tra diverse piattaforme ed esigenze.
Così come credo che un altro modo di fare blogging oggi è possibile. Ed è quello che possiamo ricostruire analizzando le pratiche che, spesso strategicamente, ma a volte anche in modo non consapevole, i blogger che leggiamo attuano tutti i giorni.
Mi guardo attorno e vedo tanti esempi eccellenti di blogger 2.0. Non credo sia utile indicarvi chi sono, quanto cosa fanno di particolarmente nuovo e interessante e come riescono a mettere a rete la loro opinione.
1. Blogger hub informativo: è il blogger che ha abbandonato l’idea del blog come “pulpito” dove esprimere la sua opinione “uno a molti”. Ha capito l’importanza di far diventare il suo blog un nodo di identità diverse, un posto per dare spazio anche ad altre idee ed opinioni e visibilità ad altri progetti. Ecco perchè un vero blog 2.0 è ricco di guest post, interviste, case history e citazioni/menzioni. Importante non è solo la nostra opinione, ma anche quella dell’ambiente in cui questa si nutre e si confronta. Un solo concetto: crowdsourcing.
2. Blogger crossmediale: una delle funzioni della “crossmedialità” è quella di “dispiegare l’informazione nei suoi diversi formati e canali” (Wikipedia docet). Proprio quello che fa il blogger quando, una volta pubblicato un post, andrà a diffonderlo e condividerlo in diversi canali: il suo account Twitter, la sua pagina Facebook, il suo profilo di Linkedin, la sua bacheca di Pinterest, e gruppi/forum/aggregatori dove il post potrebbe trovare dei “lettori” e generare dibattito. Non “automatizza” questo meccanismo di diffusione, proprio perchè ha compreso che la “buona riuscita” della crossmedialità dipende non solo dal canale, ma anche dal formato. Per ogni social network esiste un registro di comunicazione, dettato dalla diversità del target ma soprattutto della piattaforma. E il blogger crossmediale “perde” quel quarto d’ora a curare la comunicazione social del suo post, raggiungendo degli ottimi risultati.
3. Blogger reporter: è un inviato speciale di sé stesso e della sua community. Non si limita a scrivere post nell’ambiente rassicurante della sua piattaforma wordpress, ma sente il bisogno di dare informazioni da “redazioni in mobilità“: quando partecipa ad un evento, quando fa un viaggio, quando fa un’esperienza di consumo. Anche in questo caso a fare la differenza è la capacità di avere ed usare diverse piattaforme di microblogging per ogni esigenza del “report” (Twitter per il racconto live di un evento, Instagram per le foto in tempo reale e geolocalizzate, Storify per ricostruire le conversazioni su un topic e il blog su wordpress per curare il commento e l’approfondimento).
4. Blogger lente di ingrandimento: è il blogger che non si limita a dare “notizie” e “dati”, ma che considera fondamentale accompagnarli ad una sua opinione, analisi, chiave di lettura. La sua è una funzione quasi “pedagogica” dell’informazione online: quella della lente di ingrandimento, che allarga il punto di vista sui fatti e sui fenomeni per fermarli, per invitare all’approfondimento e alla comprensione. E in qualche modo osteggiare la cultura in pillole che il flusso di informazioni nella rete (velocissimo e continuo) può generare.
5. Blogger content curator: è un punto di riferimento per la sua community. Perchè ogni giorno consiglia un post interessante, uno studio innovativo, un’intervista ad un personaggio che ha qualcosa di visionario da comunicare, un evento da seguire o un’infografica da “re-pinnare”. In questa sua accezione di “content curator” è a suo modo e nel suo piccolo un influencer (termine un po’ blasonato e spesso usato con accezione negativa) proprio perchè riesce a spostare l’attenzione delle persone verso dei contenuti e quindi degli argomenti.
6. Blogger moderatore di conversazioni: è il blogger che lancia dei topic, accende delle micce, scatena i commenti online su argomenti di interesse della sua community. Quando scrive un post e lo diffonde sui social network cerca sempre di generare dibattito (al quale partecipa) con una chiusura o una descrizione “call to action“, che spinga il suo lettore a dire la propria. Si, perchè il blogger 2.0 si nutre anche e sopratutto di conversazioni, ed alimentandole avrà modo di generare interesse, creare un network e avere materiale e feedback per il prossimo post. E, cosa forse più importate, farà sentire il proprio lettore “co-creatore” del contenuto del blog.
7. Blogger misuratore del sentiment: è il blogger ricercatore, in grado di “stare sempre sul pezzo” e di tanare i “temi caldi” del suo network peggio di un cane da tartufo. Legge tanto, si informa costantemente e la mattina passa una buona oretta a spulciare i feed Rss. Testa una nuova piattaforma prima di tutti ed è in grado di capire se sarà un “successo”. Così come ha la capacità di intuire cosa interesserà alla sua community la prossima settimana e su cosa scriveranno i suoi amici Blogger. Perchè è un tool di “monitoring” umano. E nessun algoritmo riuscirà mai ad essere più efficiente e utile.
8. Blogger “netiquette”: sa che la rete non è un ambiente anarchico e impazzito. Anzi, cerca di essere un buon esempio di uso “auto-regolato” e di presenza online non invasiva. Per questo non spamma il link del suo post trenta volte al giorno, non si autocita di continuo, non chiede insistentemente il RT o la diffusione del suo “verbo”, non “tagga” senza un motivo persone molto seguite sul suo profilo postando il link di un nuovo post e non si agita se queste persone lo ignorano/non leggono il suo post/non lo commentano. Non spaccia per “farina del suo sacco” un post tradotto da una testata americana, non da opinioni su l’altrui lavoro senza motivare a fronte di ricerche e dati la propria posizione, nè tantomeno si “dimentica” di citare e segnalare il post alla persona in oggetto. Potrei continuare a lungo, ma credo che il messaggio sia stato recepito.
9. Blogger social per davvero: è il blogger che spesso esce dalla sua stanzetta/ufficio/redazione per farsi vedere e partecipare ad eventi, dibattiti, talk. No, non solo quelli dove è chiamato a dire la sua opinione come protagonista. Nè solo a quelli di una certa “pomposa” importanza. Questo blogger è social per davvero, non solo nella sua timeline di Facebook. Si mischia tra i suoi lettori, è desideroso di conoscerne alcuni e di scambiare quattro chiacchiere offline con loro. Personalmente è il blogger che preferisco, perchè dimostra una certa coerenza, amando l’interazione e la comunicazione in tutte le sue forme, non solo quelle “digitali”. Solitamente si accompagna al suo compare, il…
10. Blogger “con i piedi per terra”: ha ben presente che la sua opinione non è la verità assoluta e “il verbo”. Al contrario è aperto al dibattito e saluta come una manna dal cielo opinioni differenti dalle sue (sempre se comunicate con civiltà e garbo). Non ha un atteggiamento da “Messia” e non si autodefinisce “guru” di qualcosa o di qualcuno. Non ha paura di mostrare la sua vera identità, in tutte le sue forme: quella seriosa dell’opinionista ma anche quella divertente del “cazzaro” e quella triste dell’emotivo. Forse si fa amare proprio per questo.
Ecco quindi una panoramica sulle nuove identità del Blogger 2.0. Personalmente credo che avere un po’ di tutte queste caratteristiche possa considerarsi un modo migliore e nuovo di fare informazione e opinione online.
Questo vi farà capire come il blog sia tutt’altro che morto. Come il blogger abbia in realtà una funzione e un’importanza fondamentale che cresce e si evolve con la capacità di sfruttare e saper usare diversi e nuovi modi e canali di comunicazione.
E voi, in quale profilo di blogger 2.0 vi riconoscete o ne avete riconosciute le caratteristiche nei blogger che seguite? Avete altri modi di fare “blogging” da segnalare? Vi aspetto!