Divieto assoluto di pubblicizzare il gioco con vincite in denaro su giornali, in tv, in radio e al cinema. Sparite le fasce protette che tutelano i minori (dalle 16 alle 19:30), l’ultima versione del decreto Balduzzi – inviata ieri al Quirinale per la firma del presidente Napolitano – punta a inasprire ulteriormente i vincoli per i messaggi pubblicitari «rivolti a incitare al gioco ovvero ad esaltarne la pratica». In sostanza, spiega Agipronews, si tratta di un semaforo rosso alla maggior parte della comunicazione pubblicitaria relativa al gaming. Un divieto generalizzato che mostra come l’approccio del Governo al gioco d’azzardo, almeno per quanto concerne la pubblicità, sia divenuto simile a quello relativo al fumo: anche se il decreto Balduzzi non vieta esplicitamente la pubblicità come invece avviene già per le sigarette, le disposizioni in esso contenute (stop ai messaggi che esaltano il gioco e obbligo di indicare le probabilità di vincita e il rischio di dipendenza) rendono di fatto impossibile promuovere efficacemente un prodotto di gioco senza mai mostrare le sue caratteristiche, che sono quelle di convincere chi gioca che si può davvero vincere e incassare del denaro. Uno scenario che – a causa delle elevate sanzioni previste sia per il concessionario che per l’editore trasmette o pubblica i messaggi “incriminati” (da 100 mila a 500 mila euro) – prosegue Agipronews, mette a rischio gli investimenti del settore gioco in pubblicità: lo scorso anno – secondo i dati di Ficom Leisure, società londinese che fornisce consulenze finanziarie e di business agli attori della filiera – fra spot e campagne stampa le aziende hanno investito 115 milioni di euro (+63,6%). Rischiano così di crollare gli investimenti dei concessionari nel settore della tv, il più florido, che nel 2011 aveva raccolto 74,5 milioni di euro (+92% rispetto all’anno precedente). Giornali, riviste e pubblicazioni (non solo quelle dedicate ai minori) potrebbero ricevere il colpo di grazia, considerando che già nel 2011 gli investimenti sulla carta stampata erano diminuiti del 7,9% (12,2 milioni di euro). Difficile immaginare che il settore della stampa, già alle prese con un’emorragia di vendite, decida di assumersi il rischio di pubblicare una pagina pubblicitaria o un redazionale sul gioco d’azzardo. A rischio anche il settore del gioco online, che nel 2011 ha prodotto incassi per 9,8 miliardi di euro (dati Agipronews). Considerando che l’ultima versione del decreto Balduzzi estende il divieto di pubblicità anche a internet, potrebbero volatilizzarsi investimenti per 23 milioni di euro (dato del 2011) destinati – in teoria – a moltiplicarsi nel 2012 e nei prossimi anni con l’arrivo di agguerrite multinazionali estere del gaming, convinte ad avvicinarsi al mercato italiano dalle favorevoli condizioni di esercizio delle concessioni. Anche in questo caso, non sono da escludere rapidi quanto clamorosi dietrofront.