Radio Rai, sos del Pd: “Il suo rilancio viene prima dell’impegno per una Radio Europea”

L’appello del componente della Commissione di Vigilanza: “Contrastiamo la crisi di ascolti e ricavi”

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“Prima di pensare a creare un servizio pubblico radiofonico di carattere europeo sarebbe opportuno rilanciare intanto il servizio pubblico radiofonico italiano. Solo se si rafforza il settore radiofonico a livello nazionale, e’ possibile valutare eventuali partecipazioni a nuovi progetti di carattere europeo”.

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Lo scrive il deputato del Partito Democratico Michele Anzaldi, segretario della commissione di Vigilanza Rai, in una lettera alla presidente del Consiglio di amministrazione Rai, Anna Maria Tarantola.

“Negli ultimi giorni – scrive Anzaldi – e’ stata proposta l’idea della creazione di una radio europea, sostenuta anche dal servizio pubblico italiano, in concomitanza con il semestre italiano di presidenza Ue. A favore di questa ipotesi si sono espresse alte personalita’ istituzionali, dal presidente del Consiglio al viceministro allo Sviluppo economico con delega alle Comunicazioni. Prima di valutare come possa intervenire la Rai in un discorso del genere – prosegue – e’ opportuno ricordare la crisi di ascolti e non solo che sta vivendo Radio Rai. I ricavi commerciali del settore radiofonico sono calati del 23% in un anno. Radio Uno e’ crollata dal primo al sesto posto nella classifica degli ascolti. Il Cdr si e’ detto addirittura pronto a scioperare per l’assenza di un serio piano di riordino tecnologico, editoriale e organizzativo”.

“Prima di pensare a creare un servizio pubblico radiofonico di carattere europeo sarebbe opportuno rilanciare intanto il servizio pubblico radiofonico italiano”.

“In ogni caso – aggiunge il deputato Pd – e’ auspicabile che la Rai si faccia eventualmente promotrice di una iniziativa di alto profilo. Su input del Consiglio di amministrazione, l’azienda potrebbe lanciare un concorso pubblico per titoli per individuare, al suo interno, un professionista che per background e risultati conseguiti possa candidarsi a dirigere la costituenda emittente radiofonica dell’Unione Europea. Un pubblico concorso per titoli e risultati ottenuti che scongiuri il rischio di una sorta di ‘esportazione’ della lottizzazione o i sospetti di mortificanti ‘promoveatur ut amoveatur’, e segni invece una incontestabile svolta nella valorizzazione delle tante risorse interne della Rai”.

“Sarebbe – conclude l’esponente del Pd – un segnale di novita’ rispetto alle stagioni passate, in grado di dare nuovo impulso a tutto il settore nell’ambito dell’azienda pubblica”.